23112024Headline:

Nervi scoperti nel Pd e Forza Italia sparisce

Per Egidi il risultato del Pd è "importante", ma Tiziana Lagrimino lo definisce "dignitoso"

Il segretario provinciale del Pd Andrea Egidi

Il segretario provinciale del Pd Andrea Egidi

Il day after delle amministrative nella Tuscia consegna una situazione nella quale il primo dato politico che risalta è la pressoché totale scomparsa di Forza Italia dal panorama che conta. La grigia gestione del commissario Dario Bacocco si concretizza in una performance senza acuti. Due risultati marchiano come largamente insufficiente il risultato di quella che fu la vincente armata berlusconiana: finisce l’era Aquilani a Vetralla, il comune dove Bacocco era assessore uscente e candidato (e dove avrebbe dovuto essere lui stesso guidare la coalizione per la riconquista del comune) e non riesce a tornare a fare il sindaco nella sua Proceno Francesco Battistoni. Due sconfitte brucianti, maturate in due realtà totalmente differenti, ma accomunate dallo stesso denominatore: il partito è allo sbando e il plenipotenziario nel Lazio del Cavaliere, cioè Antonio Tajani, deve metterci le mani senza lasciarsi condizionare dalle simpatie.

Detto di chi ha certamente perso, come ogni elezione che si rispetti bisogna chiedersi chi ha vinto. E qui arrivano le note dolenti in area centrosinistra. Il segretario provinciale del Pd Andrea Egidi parla di risultato importante, ma a smorzare gli entusiasmi ci pensano le parole di Tiziana Lagrimino, coordinatrice della segreteria provinciale, che invece definisce il risultato “dignitoso” con l’aggiunta di altre tirate d’orecchio: “La grave sconfitta nel primo comune della provincia, Montefiascone, oltre a Orte, il risultato a sorpresa di Lubriano, l’assenza totale in alcuni centri, le vittorie in alleanza organica con la destra e la divisione da ricucire nel Pd a Canino e a Marta dimostrano la necessità di una serena riflessione. Una considerazione a parte merita Vetralla dove l’alleanza con la sinistra ci fa vincere grazie alla divisione in tre parti del centro-destra che denota per il futuro la necessità di allargare le alleanze”. Mica male per un partito che sicuramente non ha stravinto, ma non può neppure essere definito perdente. Tornano insomma a galla le variegate anime democrats: Fioroni da una parte e il resto del partito (serriani, panunziani, mazzoliani…) dall’altra. “Un’alleanza organica con Moderati e Riformisti ci avrebbe fatto vincere ovunque e consegnato una prospettiva per il futuro”: la stoccata della Lagrimino arriva e solletica un nervo scoperto.

Tiziana Lagrimino, dirigente provinciale del Pd

Tiziana Lagrimino, dirigente provinciale del Pd

Ne parla lo stesso Egidi nell’analisi del voto: “Condivido la necessità di allargare i confini del Pd. Ne avevo parlato nel 2013 con Michelini, subito dopo la sua elezione a sindaco quando gli chiesi di cominciare un discorso in tutti i comuni della provincia per cercare di esportare il modello Viterbo, cioè l’alleanza tra il Pd e il civismo. Ma questo non significa che l’operazione si possa ripetere dappertutto e allo stesso modo perché non si tiene conto delle differenze”. E arriva anche il momento delle recriminazioni: “Ci abbiamo provato ad intavolare discorsi riguardanti Soriano e Orte, ma alla fine ci hanno detto: o si fa come diciamo noi o non se ne fa nulla. Di fatto hanno favorito il centrodestra. A Valentano l’assessore viterbese Lella Saraconi ha promosso e sostenuto una lista che si contrapponeva a quella del Pd; in altre realtà, l’incontro ha dato frutti. Io credo che il Pd ha vinto dove ha fatto il Pd, proponendosi come forza di governo e nello stesso tempo di rinnovamento. Non era affatto scontato vincere in 14 comuni su 21”. “Non sfugge a nessuno – conclude Lagrimino – che i voti assoluti del Pd nei 21 comuni sono lontani dalla maggioranza che occorre per vincere le politiche e il referendum. Con un rapporto organico con i Moderati e Riformisti si può vincere superando il 40% ed il 50%, altrimenti la nostra solitaria performance ci vedrà  perdenti. Guardiamo avanti, ma non sottovalutiamo i campanelli d’allarme”. Il rapporto tra Partito democratico e Moderati e Riformisti è tutto da costruire, insomma. E non saranno rose e fiori…

Massimo Paolini, neo sindaco di Montefiascone

Massimo Paolini, neo sindaco di Montefiascone

L’ultimo aspetto riguarda il risultato di Montefiascone. “Una sconfitta inaspettata e dolorosa”, per Egidi. A mettere sale sulla ferita ci pensa il Coordinamento della Federazione Psi di Viterbo, perché il neo sindaco Massimo paolini fino a qualche mese era il segretario dei socialisti di Tuscia. “Il vero peccato degli uomini del Pd è la presunzione, ritenendosi portatori della verità assoluta – si legge in una nota -. Manca il contatto con la gente, l’ascolto della gente e non sarà possibile a nessuno recuperarlo senza un vero bagno di umiltà”. Egidi non nasconde la delusione: “Abbiamo perso 800 voti rispetto a 5 anni fa. Insieme al sindaco uscente Cimarello entrano in consiglio comunale Giulia Moscetti e Giulia De Santis che insieme non arrivano a 60 anni. Mi  pare che questo voto abbia sancito il declino di una classe dirigente. certamente esperta e qualificata, ma non più in grado di rappresentare l’esigenza di cambiamento. E mi permetto ancora di osservare che, dal punto di vista politico, Paolini sia un socialista che dovrà amministrare con Salvini e Fratelli d’Italia. A me pare piuttosto innaturale…”.

Le urne sono ancora calde e i fuochi sono già accesi. E per fortuna che da queste parti non ci sono ballottaggi…

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