22112024Headline:

Ottanta agricoltori, e tutti molto consapevoli

A Corchiano lotta guidata e lotta integrata, 650 ettari di terreno trattati col cervello

Due fasi di "consapevolezza"

Due fasi di “consapevolezza”

Avevamo trattato l’argomento pochi giorni fa, su queste colonne. Rimarcando come Corchiano stia dando alla provincia dei chiari segnali di civiltà. Nella speranza che qualcuno, magari, gli vada dietro. O forse, più semplicemente, a Corchiano stanno avanti. Punto.
Tra le mille cose che la cittadina guidata da Bengasi Battisti può vantare, vi è l’agricoltura consapevole. E cioè un patto tra comunità e agricoltori, che sta dando grandissimi frutti (sì, in questo caso si può proprio dire).
Questi, i dati che sono appena arrivati in redazione: 650 gli ettari di superficie coltivata con il metodo consapevole. E 80 i coltivatori aderenti al protocollo. Attenzione, il suddetto protocollo sperimentale è stato sottoscritto poco più di un anno fa (praticamente ieri). Un nero su bianco voluto dal Comune e redatto assieme a Assofrutti, la maggiore associazione territoriale dei produttori di nocciole.
In cosa consiste? Che magari la volta scorsa ve lo siete perso. “La comunità con i suoi agricoltori sta rendendo concreta l’idea di una agricoltura sostenibile, rispettosa dell’ambiente e della salute – ribadisce l’amministrazione – Infatti, il protocollo mira ad affermare un modello di agricoltura di eccellenza, i cui principali obiettivi sono la razionalizzazione e netta riduzione dei trattamenti al fine di ridurre al minimo l’uso dei pesticidi e di abolire i dannosi erbicidi ottenendo un prodotto caratterizzato da una maggiore salubrità e da una migliore qualità”.

Il logo ideato dal Comune

Il logo ideato dal Comune

E cioè, scendendo nello specifico, lotta guidata. Una tecnica che prevede interventi tramite il monitoraggio. E lotta integrata, le cui premesse sono da ricercare nella sperimentazione e nella ricerca.
La lotta guidata riduce drasticamente fino a annullare l’uso dei pesticidi. La lotta integrata, invece, prevede interventi di carattere biologico, biotecnologico, fisico o meccanico e trattamenti con prodotti selettivi, sinergici e di minimo impatto. “La lotta guidata e quella integrata però non sarebbero possibili senza la partecipazione diretta – chiude la cricca Battisti – e la necessaria condivisione delle scelte nell’ambito delle migliori pratiche rurali, soprattutto fra coltivatori, agronomi e amministratori locali. Proprio per questo, l’agricoltura consapevole si configura come un vero e proprio patto di cittadinanza, finalizzato a coniugare la tutela dell’ambiente, delle falde acquifere, del territorio e della salute con la tracciabilità e la ricerca di una maggiore qualità del prodotto, con la sicurezza alimentare e con la valorizzazione di luoghi e saperi”.
Avanti così.

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