One man show. Arduino Troili si prende la scena e la tiene tutte per sé. Convoca i suoi concittadini, quelli di Bagnaia (“Dove vivo, ma non dormo”) e spiega quello che non va nell’amministrazione comunale “che per me è finita da tempo”. Perché? Risposta lapidaria: “Perché ci sono pochissime idee e ancor meno soldi”. In sala un po’ di colleghi in Sala d’Ercole, sia di maggioranza che di opposizione (l’ex capogruppo Serra, i consiglieri Volpi, Moltoni, Galati, Santucci), e molti bagnaioli ai quali intende dar conto di quanto fatto (poco), di quello che non si è fatto (tantissimo) e di quello che ci sarebbe da fare.
“So distinguere – attacca Troli – l’amministrazione dalla politica. Non sono né renziano, né panunziano, nè fioroniano: sono un bagnaiolo che sempre ha cercato di fare l’interesse di questo magnifico borgo che dovrebbe essere un valore aggiunto per Viterbo e che invece è ritenuto solo una frazione. L’ultimo assessore di Bagnaia è stato Franco Pierini, molti anni fa… I nostri guai sono cominciati nel 1928 quando il referendum stabilì la cancellazione del comune, come San Martino al Cimino e Grotte Santo Stefano. A Vitorchiano lottarono per conservare l’autonomia e ci riuscirono: qui non ne siamo stati capaci e ne paghiamo le conseguenze”. “Eppure – continua – abbiamo un gioiello che il mondo ci invidia. Sto parlando di Villa Lante che non riusciamo a valorizzare e sfruttare come dovremmo. Guardate che cosa sono stati capaci di fare a Bagnoregio con Civita. Le idee ci sono, come ad esempio la possibilità di far pagare un piccolo pedaggio ai turisti, ma dovremmo essere sicuri che i soldi introitati rimangano qui e siano utilizzati per Bagnaia”.
Nessun accenno alla possibilità di rientrare in Consiglio comunale: “Io ho chiuso e ho anche bruciato la sedia nel focarone. Ma in Comune ci sto tutti i i giorni: sollecitando, chiedendo, proponendo. Ho scritto centinaia di e mail e presentato decine di interrogazioni, ma con risultati mediocri, anzi scarsi. Ma non mollo fino a quando avrò la salute per farlo: la tigna è l’unica qualità che non mi manca”.
“La verità – aggiunge Troili – è che Viterbo si ferma a La Quercia. La prima cosa che chiediamo è un marciapiede serio per arrivare fino a qui. Esiste per il percorso dal passaggio a livello di piazzale Gramsci alla Basilica, che ci vuole per arrivare fino a Piazza XX Settembre? Poi chiediamo progetti di fattibilità per una strada che giri intorno al paese e per un asse di collegamento fra Strada Roma e Viale Fiume. Ci sono tante altre cose, neppure costose, che si potrebbero fare per il centro storico che è sporco e mal curato. La colpa è sì del Comune, ma anche di chi ci abita che dovrebbe avere tutto l’interesse a tenere le strade pulite e ad abbellirlo. E così le abitazioni acquisterebbero più valore, invece di perderne continuamente”.
E i vigili urbani, la cui presenza è stata tante volte richiesta? “Non facciamoci illusioni: in tutto sono 52 e di questi 27 stanno in ufficio. Di che stiamo parlando?”. Dal pubblico arriva la domanda sugli appartamenti Ater che presto saranno consegnati. “Sono 52 ed entro fine giugno ci sarà l’assegnazione in base alla graduatoria. Da quello che mi risulta, 34 andranno a famiglie di italiani, il resto a stranieri, soprattutto rumeni”. Mugugni in sala. “Non ci possiamo far nulla: c’è una commissione apposita che decide sulla base di un punteggio”.
La conclusione non ammette repliche: “Col Consiglio comunale ho chiuso, non con il mio impegno a favore di Bagnaia”.