Linguaggi nuovi e modelli comportamentali fuori dal consunto già visto. Questo avevamo chiesto a gran voce tutti in Facebook o su Twiitter. Cosa rimane di tanto desiderio? Poco o nulla: il circo Barnum delle elezioni amministrative viterbesi si è rimesso in moto con le sue stantie celebrazioni , sempre uguali, con sommo dispregio delle ansie e dei desideri della gente. Avevamo sentito tanto declamare di meritocrazia: ma questa creatura, figlia di un dio minore,è rimasta impantanata nelle pagine dei giornali , non riuscendo a trovare corpo e vita nel mondo reale.
Per le elezioni comunali di Viterbo si prevede (stima prudenziale, peraltro) la presentazione di circa 18 liste. Ciò significa che scenderà in campo una pletora di candidati che si aggira sui 550 nominativi: circa uno ogni cento abitanti. O meglio, uno ogni 75 elettori che presumibilmente si recheranno a votare a maggio.
Ma, in nome della meritocrazia, ci sarà qualche qualcuno che stilerà un curriculum vitae di ciascuno di questi aspiranti amministratori e ci farà capire per fatti concludenti le motivazioni delle varie candidature ( al di là del portafoglio voti in dotazione)? Potrà l’elettore capire e avere concreti e specifici elementi di giudizio sulle capacità di chi dovrà gestire svariati milioni di euro a palazzo dei Priori?
Facciamo un gioco. Supponiamo che siate proprietari di una grossa azienda che ha circa 400 dipendenti, che fattura qualche centinaio di milioni di euro e che risulta essere una delle più grosse imprese del posto in cui vivete, dalla quale dipende il benessere di gran parte della popolazione. Supponete anche che questa ditta sia il risultato del lavoro di tutta la vostra esistenza e che per essa avete sacrificato la vostra gioventù e la vostra vita privata. Adesso non avete più le forze per dirigerla e per poterla rendere maggiormente competitiva e avete una impellente necessita di nominare amministratori cui affidarla. Come farete a sceglierli? Quale criterio di scelta userete? Dove troverete le persone che non dovranno distruggere il lavoro di tutta la vostra vita? Vi affiderete, nella scelta, a vecchi schemi che non hanno più alcuna presa in questa crisi orrenda che ci sta trascinando sempre più in una cupa recessione?
Ora, facciamone un altro di gioco. Quanti saranno gli aspiranti candidati a sindaco che sanno il significato di queste sigle, senza dover ricorrere all’aiuto determinante del grande fratello ” Google”? Mepa, Consip, Avcp, Tuoel. Queste sono sigle che servono a gestire milioni di euro comunali. Non appena i neo amministratori entreranno nelle loro funzioni troveranno ad attenderli dei solerti funzionari che al suono di Mepa (e di quanto ad esso sottinteso) balleranno la danza ormai collaudata del “bisogna fare così perché la legge lo impone”. Sarà dura allora rispondere con cognizione di causa, altrimenti meglio rifugiarsi nel fair play dell’amministratore che di queste cose non si immischia, perché lui mica è un tecnico, lui è un politico, che diamine!
Per non parlare infine della notizia ” farlocca”, come direbbe la Littizzetto. L’Italia sta sprofondando sempre più nella corruzione: meglio di noi risultano Ghana, Romania e Brasile. La Corte dei Conti ha acceso da tempo grossi fari sul problema che sconquassa il convivere civile e falsa i corretti rapporti della concorrenza e dell’ economia. Forse Viterbo ne è immune? Mentre ce lo auguriamo tutti, nel frattempo bisognerebbe premunirsi : ma di questo ne parleremo a bocce ferme.
Alcuni di questi candidati ricordano proprio qualche dirigente di ente pubblico alle prime armi ma pieno di boria…