Restaurare e consolidare. Delicatezza e cura, ma anche la consapevolezza che questa roba (anche se non si dovrebbe dire così) così antica ha bisogno di certezze per il futuro. Perché le mura civiche di Viterbo sono tra le più belle e preziose d’Italia (ci sono quelle di Lucca e poche altre che possono reggere il confronto) e affinché ciò che accadde nel 1997 – il crollo di una trentina di metri di cinta, verso Pianoscarano – non si ripeta mai più.
L’Arcus (oggi Ales), la società di sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo del Mibact, ha puntato una fiche da un milione di euro su questa scommessa. Il Comune ne ha aggiunti 300mila. I soldi, insomma, c’erano, peccato che i lavori facessero fatica (eufemismo) a partire. C’è voluto l’assessore Alvaro Ricci per dargli il via, non appena insediato ai Lavori pubblici. E adesso il primo intervento è praticamente finito, altri verranno completati nei prossimi mesi, prima di aprire nuovi cantieri in altre zone di questo laccio di pietra che da secoli avvolge la città.