Vale la pena essere chiari da subito: il calcio femminile è figlio di un dio (molto) minore del pallone in salsa maschile. Non ha mai attecchito davvero in Italia: va un po’ meglio al nord, non sfonda al sud e al centro si barcamena con qualche lodevole isola più o meno felice. Questa è la situazione oggi, anno di grazia (si fa per dire…) 2016. La fotografia la scattano proprio le protagoniste della pelota rosa: la selezionatrice regionale di calcio a 11 femminile Alba Leonelli, la collega del calcio a 5 Tiziana Biondi, ben supportate da Daniele Goletti (portierone viterbese che nelle nazionali femminili ci ha lavorato una decina d’anni) e da Fabio Melillo che di mestiere fa l’allenatore della Res Roma, unica squadra laziale a militare nel campionato di serie A.
Si deve partire da questi dati di fatto per comprendere come l’iniziativa dell’Asd Viterbo di dedicare un pomeriggio al calcio rosa e di annunciare l’intenzione di costruire una squadra femminile e di aprire una sezione della scuola calcio per le bambine è più che meritevole. Si tenta una strada cominciata una ventina d’anni fa e proseguita con i campionati di calcio a 5 tutti composti da compagini viterbese (ora spariti, si spera solo momentaneamente). Eppure non ci sono differenze, se non morfologiche, tra calciatori e calciatrici. “Noi donne – chiosa Daniela Bizzarri, delegata comunale alle pari opportunità – ci mettiamo sempre un impegno maggiore e non abbiamo nulla di meno rispetto agli uomini. Anzi, abbiamo una qualità in più: la tigna”. Caratteristica che, secondo Sergio Pollastrelli presidente del Barco Murialdina (unica società cittadina e provinciale presente al meeting…) accomuna anche i viterbesi di Pianoscarano (cioè lo stesso Pollastrelli, Goletti, la Bizzarri) quando annuncia che il primo campo in sintetico sarà realizzato proprio dal suo club. Presente per un saluto anche il primo cittadino Leonardo Michelini che sottolinea di sentirsi “il sindaco di tutte le società sportive, senza distinzione alcuna”. Precisazione che solletica l’orgoglio di Pollastrelli: “Non è un dato da trascurare, visto che in passato avevano tentato di toglierci l’impianto. Forse perché non eravamo in sintonia politica con chi allora amministrava…”.
Vabbè, al netto delle polemiche, la notizia è che Barco Murialdina e Asd Viterbo hanno cominciato a collaborare e che l’intenzione è di intensificare i rapporti. A Viterbo non accade spesso, soprattutto in ambito calcistico, anzi la tendenza è rinchiudersi in se stessi pensando solo al proprio orticello e, soprattutto, a denigrare quello degli altri. Massimo Baggiani, responsabile tecnico della società di Santa Barbara annuisce convinto, e il presidente Paolo Tozzi va oltre annunciando che a giugno è in programma una kermesse sportiva che unirà i giovanissimi praticanti di calcio, baseball, atletica leggera e rugby.
E il calcio femminile? Intanto, sono già fissati due raduni (27 aprile e 5 maggio) per cominciare a fare una selezione delle aspiranti calciatrici: primo indispensabile passo per una seria programmazione futura. Comunque, si parte dalla scuola calcio cercando vincere le ritrosie di babbi e mamme che raramente consentono alle figlie più piccole si praticare la pelota. “Spesso – sottolineano in coro Melillo, Biondi e Leonelli – le ragazze cominciano a 15-16 anni quando hanno le personalità per decidere da sole e per imporre le loro scelte”. C’è il problema dei costi elevati, ma il comitato regionale della Federcalcio, rappresentato nella circostanza dal consigliere Renzo Lucarini, qualche passo lo ha fatto, ad esempio azzerando i costi di iscrizione (600 euro) ai campionati femminili. Restano quelli di tesseramento: “Ma non dipende da noi – sempre Lucarini – perché incidono parecchio le spese per l’assicurazione”. Non è affatto d’accordo il delegato provinciale del Coni Alessandro Pica: “Continuando così, l’emorragia verso gli enti di promozione sportiva continuerà e si accentuerà. Lì il cartellino costa appena 6 euro e copre perfettamente i rischi”.
Sul campo, intanto, Betty Bavagnoli, vice di Caterina Morace ai tempi della Viterbese di Lucianone Gaucci, guida un allenamento dimostrativo con le ragazze della sezione femminile della Roma e con alcune giocatrici viterbesi, seguito da un folto stuolo di tecnici e appassionati, mentre all’interno del salone della parrocchia di Santa Barbara viene proiettato un filmato promozione preparato dalla ragazze del sito www.aqualcunapiaceilcalcio.it che girano l’Italia per sostenere la versione rosa del pallone. La sintesi è una richiesta: imporre a tutte le società del settore professionistico (quindi, anche la serie C della quale a breve farà parte anche la Viterbese: scongiuri d’obbligo) l’attività di calcio femminile. E poi un lavoro serio sulla comunicazione e soprattutto una presa di coscienza da parte delle donne: “Non aspettiamo che siano gli uomini a gestire le società. Diamoci da fare noi per prime”. Perché il calcio è anche uno sport per donne e Viterbo proverà a dimostrarlo.