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“A saperlo prima non se ne faceva nulla”

Il consigliere Moricoli entra nel dibattito relativo al debito del Comune col Tuscia in jazz

La conferenza del 2014, con Delli Iaconi e Leali

La conferenza del 2014, con Delli Iaconi e Leali

La bomba lanciata ieri da Italo Leali è destinata a far parlar di sé ancora parecchio. Il (suo) Tuscia in jazz quest’anno ha deciso di migrare dal capoluogo a Castiglione in Teverina. Una scelta non motivata, in partenza, ma ampiamente spiegata poi, e in anteprima, su queste colonne.
Riassunto: il Comune di Viterbo ha, nei confronti del festival, un buffo di 14mila euro. Accumulato in tre differenti situazioni e sotto altrettanti nomi. Barelli e Delli Iaconi hanno promesso (e non solo verbalmente, ma anche in sede di conferenza stampa) prima 3mila, poi altri 10mila euro. Mille invece mancano per via del gospel natalizio targato Ciorba.
Dinnanzi ad un tale buco, la manifestazione ha ben pensato di trasferirsi altrove. E questo è quanto. Da capire rimane invece come si possa arrivare a tanto. E prima di interpellare Tonino Delli Iaconi (lo faremo oggi), che manco un mese fa ci ha detto “probabilmente se ne sono andati perché gli Almadiani sono occupati dalla mostra degli etruschi”, proviamo a parlare con Paolo Moricoli.
Moricoli è l’uomo del Comune che ha voluto più degli altri portare il contenitore musicale in città. È un tipo “di musica”. E, se non bastasse, è sempre stato presente, ogni santa serata, al fianco di Leali. “Mi dispiace – apre il consigliere – mi dispiace tantissimo. Sia per Italo, a livello umano. Sia per il Tuscia in jazz, che funzionava. Che ha salutato Viterbo con numeri incredibili, da vero vincitore. Sono amareggiato”.
Ok. Questo è condivisibile. Ma come si è riusciti a stipare debiti su debiti? “Purtroppo Italo è stato sfortunatissimo – ancora lui – tutto è iniziato col bilancio del 2014. Quello che ha bloccato le attività fino ad agosto 2015. La spesa corrente era ferma, ed il festival ci è caduto in mezzo”.

Una giovanissima Anna Tatangelo con Paolo Moricoli, al Minifestival

Una giovanissima Anna Tatangelo con Paolo Moricoli, al Minifestival

Da ciò si evince che, in quel momento, alla direzione i soldi sono stati solo promessi (non si poteva firmare nulla, d’altronde). E che, a bocce ferme, non tutte le promesse vengono poi mantenute… “In seguito arrivarono i bandi e le convenzioni – ancora Moricoli – e il Tuscia in jazz non c’era più. Questo limbo li ha risucchiati. Se avessi saputo io stesso che a rassegna finita non ci sarebbero stati i fondi, seppur con dispiacere, avrei detto ad Italo di migrare. Di non mettere in piedi per niente la Pasqua dello scorso anno”.
Se ne uscirà mai da questo vortice? Nel senso, quei 14mila euro si recupereranno? “Spero si sistemi tutto – chiude il consigliere – come spero di rivedere il jazz in città”. Ma sarà difficile, aggiungiamo noi. Perché senza pezzi di carta, e senza volontà concreta, la cera si consuma e la processione non va avanti.
Quando invece fu Ferento ad annunciare chiusura, tra lo choc generale, intervenne il sindaco in persona. Che assicurò al cartellone teatrale sponsorizzazioni private.
A domani.

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