Et voilà. Ecco un giro di valzer telefonico, su scala provinciale, che può dare un’idea di come sia andata in questa tre giorni di festa appena messa in cassaforte.
Di riflessione sopra se ne potrebbero fare diverse, a dirla tutta. La più importante delle quali è la seguente: in terra di Tuscia è transitata un sacco di gente. Su questo non si discute. Ma la nostra rimane ancora una provincia assolutamente arretrata (Viterbo compresa), in ottica di accoglienza e servizi. La strada è tanto lunga e tanto dura, insomma. Come canterebbero le vedove in chiesa.
Civita di Bagnoregio. Partiamo dal “ti piace vincere facile”. Diciassettemila paganti hanno calpestato quel ponte. Novemila solo per pasquetta. Che tradotto vorrebbe dire: 25mila circa. Amen. “Finché dura fa verdura”, giurano sempre le vedove di prima. E se non viene giù la rupe, la cosa è destinata a durare ancora parecchio (sono ammessi diversi scongiuri).
Si passa al capoluogo. Lunedì gli Etruschi 3d hanno distribuito occhialetti a più di 2mila curiosi. “Siamo a quasi 50mila”, dice il tipo fumantino (nel senso con la sigaretta in bocca) della reception. Un successo, in sostanza. Anche se gratuito, va rimarcato. E salutata Viterbo gli etruschi li ritroveremo proprio a Civita (perché non a Bagnoregio? Avrebbe senso…).
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Sulla mostra a valle Faul (Tra Forma e Segno) invece regna il mistero. Dal Comune si dice 200 sabato e domenica, più 210 lunedì. Viterbopost, in missione per conto di dio, può testimoniare 90 domenica e 70 sabato alle 16 (parola di bigliettaro). Qualcosa quindi non torna, come quando la Questura dà i dati del Primo maggio a Roma.
Poco sopra il mattatoio, al Colle del duomo, Archeoares ha poi strappato 783 ticket complessivi. Non male affatto. Avanti così. Chiude, in città, la Villa Lante bagnaiola, con un preciso “tanta gente”. Che uno rispondendo in questo modo almeno non sbaglia mai.
E si torna fuori. Boom a Caprarola. Laddove non è esploso nessun ordigno talebano, ma a Palazzo Farnese “1600 solo pasquetta, più 637 e 600 prima. Ci hanno sfiancato”. Con un poco di stretching e i piedi a pozzo in acqua e sale passa tutto, signora mia.
Di Castiglione in Teverina si è già detto, su codeste colonne. Ma i risultati del Tuscia in jazz sono preziosi e quindi vanno rimarcati: 270 pranzi, 500 spettatori, 750 degustazioni di vino, 1000 al museo Muvis. Olé.
Si è difesa benone anche Tarquinia. Alla necropoli 2200 il calcolo globale. E al museo in paese, che chiamandolo non risponde? “Non ne ho idea”, parla la signorina delle tombe. Ma oggi (ieri, ndr) è chiuso? “Può essere”. Già, tutto può essere. Anche che necropoli e museo abbiano un biglietto integrato. Se però poi è aperto uno solo, e non sa se spedirti o meno dall’altro, la frittata è servita.
Chiude Bomarzo. Il parco, come noto, è roba privata. E perciò privati son anche gli affari. “Siamo andati bene, come tutti gli anni”. Saperlo ci rende estremamente gaudiosi, sì.