Passione per il cibo. A 360 gradi. Claudia Storcè è da qualche settimana fiduciaria della Condotta Slow Food di Viterbo: un incarico che arriva dopo 4 anni di impegno nell’associazione e che è anche la diretta conseguenza dell’impegno professionale e accademico della dottoressa Storcè che nella vita è infatti biologa nutrizionista. Intanto del nuovo Comitato direttivo fanno parte Luigi Pagliaro (segretario), Alberto Valentini e i neo nominati Chiara De Santis, Marco Tortolini (tesoriere), Claudia Giovannelli e Alessandra Cepparotti; il fiduciario uscente è Angelo Proietti Palombi che si è dimesso per motivi personali.
“Slow Food – spiega la neo fiduciaria – è un’associazione che opera da oltre trent’anni e che nel corso del tempo ha avuto la possibilità di strutturarsi e consolidarsi. I nostri obiettivi? Direi che si possono racchiudere sotto un’unica definizione: difendere il cibo. E in questo tema sono racchiuse tutte le varie declinazioni possibili: la terra (che non va sfruttata in modo intensivo perché altrimenti prima o poi esaurisce la sua funzione riproduttiva); l’ambiente (che va difeso dagli attacchi continui che vengono portati dall’uomo); la biodiversità; i sapori tradizionali. Insomma un ventaglio di opzioni che riguardano il mangiar bene e sano”.
“Praticamente da sempre – aggiunge Claudia Storcè – il mio impegno professionale riguarda l’educazione alimentare rivolta soprattutto ai più giovani (anche se molto spesso i primi ad essere educati dovrebbero essere i genitori…) e la sicurezza alimentare nelle aziende. Due temi strettamente legati agli obiettivi che intende perseguire Slow Food, la cui Condotta viterbese è stata una delle prime in Italia ad essere istituita. E nei miei anni all’interno dell’associazione ho avuto la possibilità e la fortuna di tenere corsi e incontri con bambini, genitori e docenti: si può fare molto in questo settore. Nonostante il nostro impegno e quello di altre strutture che operano con propositi simili, ancora tanto c’è da fare per un approccio consapevole al cibo, per la riscoperta della genuinità e delle tradizioni alimentari che sono certamente le più sane”. Perché mangiare sano significa di conseguenza anche mangiar bene.
Quali sono allora i programmi della neo fiduciaria? “Consolidare e sviluppare quanto è stato già impostato negli anni scorsi. E quindi la tutela della biodiversità attraverso i Presidi Slow Food, ancora l’Arca del Gusto per la salvaguardia delle tipicità che rischiano di scomparire, con un sostegno sempre più convinto alla rete dei piccoli produttori di Terra Madre e un impulso deciso al Mercato della Terra. Contiamo di incrementare le visite nelle aziende agricole e i gruppi di acquisto. Proprio in base alla mia esperienza, particolare interesse sarà dedicato alla sfera educativa soprattutto nelle scuole con il progetto Orto in Condotta e con incontri sulla cultura dell’alimentazione. Lo abbiamo fatto recentemente con la rassegna Sapere i sapori nella scuola media Fantappiè”. Non mancheranno le attività formative (Master of food su vino, birra e olio), laboratori del gusto, la summer school in collaborazione con l’Università degli studi della Tuscia e dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo. Il primo impegno è il classico appuntamento con lo Slow Food Day in programma il 16 aprile, mentre durante Caffeina tornerà lo Slow Food Village che proporrà come al solito laboratori, conferenze, show cooking, dimostrazioni, oltre naturalmente allo street food di varie regioni che già in passato ha riscosso apprezzamenti consistenti. Inoltre, sarà intensificato il rapporto con ristoratori, osti e cuochi dell’Alleanza promuovendo appuntamenti e attività anche presso i loro locali.
Ma l’impegno di Slow Food è ad ampio raggio e si manifesta anche tramite l’appoggio al sì all’ormai prossimo referendum sulle trivelle. “Tutte le scelte politiche – sottolinea la dottoressa Storcè – che sfruttano all’inverosimile la terra, che modificano il paesaggio, che hanno effetti deteriori sulla qualità della vita delle persone vanno combattute con vigore. Al recente vertice di Parigi sono stati presi impegni importanti che anche l’Italia ha sottoscritto e deve rispettare. Sulla carta gli auspici ad un cambiamento di tendenza sono consistenti: ci auguriamo che a queste prese di posizione seguano fatti concreti perché un cambiamento di passo non è più rinviabile”.
I temi locali fanno evidentemente riferimento agli impegni nazionali e internazionali di Slow Food: sostegno all’agricoltura sociale, sensibilizzazione al consumo consapevole, iniziative con organismi del privato-sociale e di cooperazione internazionale per supportare il progetto di far nascere diecimila orti in Africa. L’altra novità è la costituzione della Rete giovani e il gruppo Salviamo il paesaggio, considerando la presenza a Viterbo dell’Università della Tuscia che ha nei due Dipartimenti dedicati ai temi dell’agricoltura a dell’ambiente delle eccellenze internazionali.
La sintesi di Claudia Storcè è semplice e profonda: “Dobbiamo voler bene alla terra”. E se non lo facciamo evidentemente non vogliamo bene a noi stessi e ai nostri figli.