22112024Headline:

Filippo Rossi? E’ il re dei paraculi

Filippo Rossi

Filippo Rossi

Filippo Rossi? Il re dei paraculi. O dei parafieni, se preferite. Comunque sia, uno che l’arte della politica (quella dove si sguazza o si inciucia, a seconda delle convenienze) la conosce a menadito. Del resto il suo curriculum vitae parla da solo, avendo frequentato ambienti di tutto rispetto come la segreteria di Scajola (quello che compra case a sua insaputa), o quella di Fini (in quel caso l’immobiliarista è il cognato, “Elisabetto” per i viterbesi), per non parlare di Casapound, dove evidentemente non ha lasciato un buon ricordo, visto che lo hanno preso a cazzotti.

Bene. Detto ciò Filippo Rossi a Viterbo ha deciso di fare il verginello, come se fosse sceso ieri l’altro da Marte. Lui è nuovo, non è compromesso con la politica vecchio stile (perché non ne ha mai fatto parte) e adesso si permette pure di dettare agli altri cosa devono fare. L’ultima, in ordine cronologico, riguarda i renziani viterbesi (ovverosia Francesco Serra) con i quali il nostro è prodigo di consigli (ovviamente disinteressati). “Se i renziani – dice Filippo nostro, gajardo e tosto – rimarranno ad appoggiare un candidato in realtà di centrodestra (Leonardo Michelini, ndr), voluto dalla triade, sarà fuga e sarà rivolta, nel tentativo di votare qualcuno che segni il passo del cambiamento”.

A questo punto a Filippo Rossi vanno rivolte alcune domande: lui viene per caso da Rifondazione Comunista? Perché adesso sputa nel piatto (il centrodestra, appunto) dove ha mangiato per anni e anni? Vista la scuola (politica) che ha finora frequentato, pensa di interpretare solo lui in persona personalmente quel cambiamento che – secondo lui – chiedono i viterbesi?

Perdoni, il buon Filippo da Trieste, come lo chiama pedissequamente qualche suo fan. Ma questa sua esternazione assomiglia tanto a una delle tante orazioni ciceroniane che, come tutti sanno, era solo ed esclusivamente pro domo sua.

Se Filippo Rossi vuol fare il sindaco pensi a trovare quei consensi che gli servono in maniera pulita, senza giochetti di bassa lega e soprattutto senza mettere il naso nelle altre parrocchie. Giacché Francesco Serra è persona intelligente e saprà prendere le sue decisioni con la sua testa. Qualunque esse siano.

Su Michelini poi, che da Rossi viene dipinto come il peggio di tutti i mali, una riflessione e una domanda: l’ex presidente della Coldiretti fa l’imprenditore, ha un’azienda avviatissima, vive del suo (e anche bene) e ha deciso di candidarsi a sindaco per cambiare Viterbo. Lei, caro Rossi, come vive? Ce lo faccia sapere. Grazie.

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17   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Caro Sassi, perché non chiede allo sproloquiante Filippo Rossi da Trieste di mostrare, in virtù di quella trasparenza di cui il nostro eroe tanto si riempe la bocca, i bilanci (entrate, uscite, spese varie, eccetera, eccetera) di Caffeina dalla prima edizione fino all’ultima?

  2. Luigi Tozzi ha detto:

    Ora si mette pure a fare il martire dell’arsenico, quando ben altri movimenti politici hanno in questi anni sollevato il problema e chiesto provvedimenti, tra questi M5S e SEL

  3. Giorgio Molino ha detto:

    Philip Red from Trieste, non avendo idee sue, le ruba tranquillamente agli altri. Un po’ come il suo maestro e ex datore di lavoro Gianfry Fini, prima fascista, poi liberaldemocratico e infine neocentrista.

  4. Stefano Mecorio ha detto:

    Vive di volontari e di volontariato!
    Quelli di Caffeina durante l’anno gli puliscono casa, gli fanno la spesa, gli pagano le bollette…

  5. max 1959 ha detto:

    Come chiede il signor Molino sarebbe ora che i gestori dei vari festival viterbesi sui loro siti rendano pubblici i bilanci visto che da Tusciaopera festival a Tuscia in jazz cosi come civitafestival ottengono fior di finanziamenti dagli enti pubblici anche se poi i vari direttori non sono candidati alle elezioni oppure questi sono esentati ? qualcuno di questi è solito fare grandi lodi ai politici locali di turno

  6. Giorgio Molino ha detto:

    Giustissimo: chi usufruisce di finanziamenti pubblici, ovvero del danaro che esce dalle tasche dei cittadini tutti e non certo da quelle personali degli amministratori pubblici, è sacrosanto che rendiconti, voce per voce, le entrate e le uscite. Particolarmente interessante sarebbe finalmente sapere a spese di chi hanno soggiornato negli USA gli ospiti (the big but stinky journalist & Co. in testa) del celeberrimo maestro Stefano Vignati. Tanto più che leggo che l’assessore (immaginario) alla cultura di Filippo Rossi da Trieste, che si distinse nell’accanita apologia del viaggio vacanza di Vignati e compagnia scroccante (guarda caso) proprio sul sito imperiale di the big but stinky journalist, propone ulteriori fantasmagorici festival da far svolgere a Villa Lante.

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