Una delega per dare più forza alla Protezione Civile al centro del convegno Pd di ieri pomeriggio presso la Provincia. In questi mesi il parlamento italiano, a grande maggioranza, senza distinzioni di partiti, sta lavorando per definire ambiti di intervento, principi e criteri entro i quali riordinare, semplificare ed attualizzare la normativa di supporto nazionale della protezione civile. La delega approvata ha l’obiettivo di rafforzare i poteri dando un quadro di riferimento più semplice ed ordinato, ma soprattutto più efficace per valorizzare l’apporto del volontariato e del sistema della protezione civile. All’incontro organizzato dal Partito Democratico per presentare il decreto legislativo, sono intervenuti il presidente della Provincia Mauro Mazzola, i consiglieri regionali Enrico Panunzi e Riccardo Valentini, il deputato Pd Alessandro mazzoli e la deputata e membro della segreteria Pd Chiara Braga; a presiedere l’incontro il segretario provinciale Andrea Egidi.
Davanti ad un folto pubblico che ha riempito la sala, gli esponenti dem spiegano le motivazioni e lo scopo per cui il governo sta lavorando a questa legge delega. “La legge – sottolinea nel suo intervento introduttivo Mazzoli – prevede di rendere omogenee le parti in causa nella gestione degli eventi. Vuole indicare con certezza le misure del ritorno alla normalità dopo un grande evento, che sia un terremoto o un’alluvione. Intende coordinare meglio gli organi centrali con quelli locali, sul territorio, mantenendo sempre la sicurezza dei cittadini e delle imprese e, dove possibile, prevenire le crisi”. Molto convincente nella spiegazione ai molti volontari della protezione civile presenti in sala, anche il consigliere regionale Enrico Panunzi. “Il sistema individuato dalla legge 225 del 1992 è policentrico secondo il principio della sussidiarietà ovvero l’emergenza viene gestita prima a livello comunale, poi a livello provinciale, successivamente a livello regionale e su richiesta del presidente della regione interviene il consiglio dei ministri. Questo sistema coinvolge, a seconda della gravità dell’evento calamitoso, tutti gli enti istituzionali. Con questi 39 articoli, dopo tanti anni, siamo intervenuti su alcuni aspetti individuando i cardini della protezione civile sia nella gestione dell’ordinario sia delle emergenze”.
Prezioso, l’intervento di Chiara Braga, una delle prime firmatarie della legge delega. “Un lavoro condiviso con molti colleghi parlamentari anche fuori dal Pd. Questo discorso ci ha permesso di aprire una discussione in parlamento sulla protezione civile in un contesto diverso. Abbiamo cercato di trovare un equilibrio per far sì che la protezione civile sia un pezzo del disegno di riordino e di riforma del nostro paese sia nella parte pubblica della macchina amministrativa ma anche di responsabilità dei cittadini. come partito che ha la responsabilità di governare ora l’Italia ci siamo sentiti in dovere di riformare questa legge per dare più valore al volontariato della protezione civile”. “C’è bisogno di parlare di protezione civile in tempo di pace, non – aggiunge – dopo l’ennesima calamità che condiziona il modo di fare leggi. Questo provvedimento di riforma non vuole scardinare il sistema, rimane infatti l’impianto del ’92 che ci viene invidiato in diversi Paesi, però la stratificazione normativa formatasi ha composto un quadro troppo diversificato. Ogni emergenza ha la sua storia anche per le diverse risposte che il Governo ha dato nel tempo con episodi di iniquità di trattamento. In alcuni casi la sospensione delle tasse si protrae più a lungo, in altri i finanziamenti per la ricostruzione sono maggiori. Compito del Governo centrale è provare a dare la risposta più omogenea possibile a problemi diversi”.
“L’obiettivo – continua Chiara Braga – è fissare anche procedure ordinarie da seguire dopo una calamità e di farlo in un contesto di pace, non sull’onda dell’emotività che si scatena dopo un evento estremo. La legge delega alla Camera ha avuto un’ampia condivisione anche tra le forze di minoranza. Abbiamo scelto questo strumento perché gli aspetti più di dettaglio fossero definiti nei decreti attuativi, mantenendo un ruolo importante delle commissioni parlamentari per garantire la coerenza rispetto agli obiettivi che abbiamo posto. Ora la legge è in discussione in commissione Ambiente e Affari costituzionali al Senato. L’obiettivo è chiudere il pacchetto in questa legislatura. Abbiamo anche puntato sull’operatività della protezione civile e sul ruolo del sindaco che nel territorio ne è il primo responsabile. Per questo, prevediamo un focus sul tema della redazione e aggiornamento dei piani di protezione civile”. “Sono stato uno di quegli amministratori – interviene il presidente Mazzola – che da 16 anni vivono la protezione civile da vicino: io ci credo. Abbiamo fatto tanto: molti interventi che il Comune o le forze dell’ordine non avevano possibilità di fare sono stati realizzati grazie ai volontari”.
“La Protezione civile è una delle eccellenze del Paese, funziona e mette insieme pubblico e privato”, sottolinea con forza l’incontro Mazzoli, ma questa non deve essere solo una sua idea: dovrebbe essere la realtà di un’organizzazione così importante per tutti i cittadini.