La fotografia ce l’ha nel sangue. E non è un fotografo qualsiasi. Ma uno che l’immagine riesce a farla vivere, quasi a farle mancare solo la parola. Fotoreporter, pronto a fissare l’attimo, ma anche fotografo di studio (la specialità che sicuramente gli si addice di più), tant’è che nelle sue foto riesce a mixare grande eleganza e tecnica limpida e solare.
Lui è Walter Selva, 62 anni, una vita spesa prima per la musica e poi per la fotografia. Figlio di ferroviere, Selva nasce nella stazione ferroviaria di Blera nell’agosto del 1951. Per alcuni anni segue le orme del padre, poi si iscrive all’università. Ma interrompe gli studi soprattutto per il conformismo politico imperante in quegli anni e si dedica alle sue grandi passioni: la musica e la fotografia, appunto. Per una decina di anni si occuperà professionalmente di musica, gestendo uno dei più noti negozi di dischi di Viterbo.
Poi, per un curioso gioco del destino, sarà la fotografia a segnare una svolta nella sua vita. Alla fine degli anni Novanta infatti, diventa fotografo professionista del Corriere di Viterbo, si iscrive all’ordine dei giornalisti ed è referente locale di agenzie nazionali e internazionali quotidiani e periodici quali Olycom, Associated Press e Der Spiegel. Tuttavia trova la massima espressione artistica nella fotografia di studio e nella ricerca sul nudo, nel quale la luce è protagonista poetica e assoluta su corpi senza volto.
Ed è proprio per dare nuovo sfogo a questa sua inclinazione che sabato prossimo, presso il bar Light in via della Palazzina, Selva presenterà il suo ultimo lavoro: “Riflessi”. Guardarsi, riflettersi in uno specchio per trovare-ritrovare se stesse nel proprio sguardo o in quello degli altri? Sei modelle, sei donne differenti per età e personalità, riprese nelle mille sfaccettature che gli specchi rimandano attraverso l’occhio del fotografo e lo offrono a quello dello spettatore in una sequenza tutta da gustare.
Dalle ore 18 fino alla chiusura del locale, ogni 50 minuti si ripeterà la proiezione, in nove minuti, di 700 fotografie a colori in rapidissima sequenza sulle note del brano degli Who “Baba O’ Riley”. Una presentazione inusuale che vuole, in qualche modo, superare la fruizione quasi museale di tanta fotografia, proponendosi in maniera suggestiva, moderna ed accattivante. Preziosa la collaborazione di Pier Paolo Corteselli, senza il quale Selva non avrebbe potuto realizzare questa performance.
Per gli amanti dell’immagine e della bellezza un appuntamento da non perdere.