23112024Headline:

Serra-Michelini, c’eravamo tanto amati

Serra & co rompono gli indugi e decidono per la fine anticipata della consigliatura

Il capogruppo del Pd Francesco Serra col sindaco Leonardo Michelini: eravamo tanto amati

Il capogruppo del Pd Francesco Serra col sindaco Leonardo Michelini: c’eravamo tanto amati

Game over a Palazzo dei priori. Sembra davvero tutto finito e che i giochi siano ormai fatti. I sette consiglieri Pd che hanno di fatto sfiduciato il sindaco Michelini sembrano intenzionati a chiuderla qui: non con la sottoscrizione della mozione di sfiducia presentata dal Movimento Cinquestelle (perché i tempi tecnici ne permetterebbero la discussione dopo la data del 24 febbraio, termine ultimo oltre il quale il voto slitterebbe al 2017), ma con dimissioni di massa (si parla di giovedì come del giorno prescelto). Che, seguite a ruota da quelle dei consiglieri di opposizione, comporterebbero l’immediata decadenza del primo cittadino. Esattamente quello che è successo a Roma con il sindaco Marino, al quale fu tolto l’ossigeno proprio dal gruppo del democratici.

La prima domanda è: perché Serra & co non lo hanno fatto prima o non lo faranno domani, nonostante il pressante invito di Gianluca De Dominicis (rappresentante cinquestelle in Sala d’Ercole)? Perché martedì è in programma a Roma davanti ai vertici regionali e nazionali del Pd un incontro che, nelle intenzioni iniziali, doveva servire a trovare una via d’uscita (peraltro tracciata nei giorni scorsi, almeno nelle sue grandi linee, da queste stesse colonne e sinteticamente denominata “lodo Tramontana”, dal nome del funzionario dem che si è occupato della cosa). E allora bon ton di partito e rispetto delle gerarchie impongono ai dissidenti di aspettare l’incontro romano, anzi magari proprio di utilizzare quella sede per sancire ufficialmente l’intenzione di dimettersi, visto che davanti al vice segretario Guerini e al segretario regionale Melilli, sono stati convocati Egidi (segretario provinciale), Calcagnini (segretario cittadino), Luisa Ciambella (vice sindaco e fioroniana doc) e Serra (leader della fronda e renziano della prima ora).

Il segretario dell'Unione comunale del Pd Stefano Calcagnini

Il segretario dell’Unione comunale del Pd Stefano Calcagnini

Fino a quando non ci sarà nero su bianco, ripensamenti sono sempre possibili, ma allo stato dell’arte le chances di rimettere in piedi la baracca appaiono piuttosto vicine allo zero. La situazione si è incancrenita oltre il sopportabile; i rapporti personali (che in certi frangenti contano anche più di quelli politici) sono gelidi, come dimostra l’assoluta freddezza tra Serra e Michelini all’incontro dell’Unione comunale di ieri mattina all’Hotel Salus Terme, Nel quale è stato anche approvato un documento di totale sostegno all’azione amministrative della giunta in carica. Niente da fare: allo stop manca solo la firma materiale sull’atto delle dimissioni. Pronti a firmarle sarebbero lo stesso Serra e poi Mongiardo, Frittelli, Troili, Quintarelli, Volpi e Cappetti. Il resto del gruppo Pd (del quale fanno parte i restanti consiglieri: i fioroniani Bizzarri, Boco, Fabbrini, Minchella e Scorsi) e la truppa dei civici (Tofani, Simoni, Ciorba, Treta, Moricoli, Rossi e De Alexandris) continuano a sostenere la giunta.

La strana coincidenza temporale tra la fine dell’amministrazione comunale e la nascita di un’altra componente del centrodestra (se ne parla in altra parte del giornale) è semplicemente casuale, ma se davvero martedì sera a Roma verrà sancito ufficialmente lo stop, allora comincerà una nuova fase nella quale tutti (Pd, civici, centrodestra) dovranno ritrovare se stessi. Da solo non vince nessuno: chi saprà compattarsi partendo dalla credibilità di programmi e uomini, potrà piantare la bandiera sul pennone del palazzo comunale.

 

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