Una Pasqua da dimenticare quella del 2013 nel settore del turismo. E’ andata male per gli acquisti e soprattutto per gli albergatori, che hanno registrato un sensibile calo del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2012. Anche nella Tuscia, seppure con qualche eccezione, i dati rispecchiano la situazione generale. Peraltro, il termometro del turismo si misura in termini di fatturato. Non bisogna farsi ingannare: le presenze turistiche sono state numerose nel Viterbese, ma il calo del fatturato, che si aggira intorno a meno 15 per cento, lascia intendere che gli operatori del settore hanno sofferto per via di una crisi che continua ad interessare il turismo e che sta provocando la chiusura di pubblici esercizi.
Lo stato di gravità in cui versa il settore ha già portato alla chiusura di molte attività (a Roma nei primi due mesi dell’anno hanno chiuso oltre 600 esercizi pubblici). E se ciò avviene in località di grande portata turistica come, appunto, Roma, cosa può succedere in periferia? Notevoli sono le ripercussioni non solo per gli esercizi, ma anche in termini di perdita di posti di lavoro.
La stagione turistica estiva è ormai alle porte e – secondo le previsioni – non promette niente di buono. Anzi, il nostro Osservatorio registra una situazione allarmante: le aziende non stanno richiedendo, come invece è sempre accaduto in passato, personale stagionale. Le associazioni di categoria chiedono al Governo precisi impegni per difendere imprese e occupazione. L’aumento dell’Iva, già ampiamente prospettato, sarebbe devastante e contrario a quanto era stato chiesto.
Per quanto riguarda il nostro territorio contiamo di incontrare gli amministratori vecchi e nuovi per affrontare i problemi provocati dalla crisi nel settore turistico e scongiurare aumenti della tassazione che, tradendo gli impegni assunti dagli stessi amministratori a favore dello sviluppo del Viterbese, si rivelerebbero fortemente dannosi.
E’ importante e necessario inoltre il ruolo della Regione Lazio, alla quale chiederemo la disponibilità a trovare soluzioni che salvaguardino le imprese del settore sia con interventi che consentano alle stesse di trovare risorse capaci di garantire investimenti per rimanere competitive sul mercato, sia defiscalizzando tutta una serie di oneri che le imprese pagano e che incidono fortemente gli operatori del settore turistico.
Per quanto riguarda i dati relativi al commercio della Pasqua 2013, anche in questo settore si sono registrate difficoltà: calati del 10 per cento gli acquisti di uova di cioccolato e colombe-dolci. Ha tenuto solo la vendita degli ovini.