Alla tua signora, per Natale, regalale il Cacio. Rimarrà sicuramente soddisfatta.
Ora, detto così non è che sia il massimo. Per carità, il pecorino è sempre il pecorino. Così come la ricotta e numerosi altri cugini latticini. In questo caso però, parlando di Cacio, si intende il cantante. Anzi, il cantautore. Quello di Grotte Santo Stefano.
Di lui, che poi all’anagrafe sarebbe Simone Gamberi, se ne è parlato pochi giorni addietro, su queste colonne. Il polistrumentista animale da palcoscenico ha sfiorato il Sanremo che verrà. La sua canzone non ha superato l’ultima maledetta selezione, e quindi niente Ariston.
Peccato. Un peccato però che tutto sommato si è tramutato in occasione. Poiché il pezzo del Gamberi è piaciuto (e molto). Il suo fare non usuale (eufemismo) ha conquistato qualche occhietto vispo. E quindi rieccolo. Di nuovo protagonista.
Come? La Civvas record (etichetta indipendente) e MarcoVecchio editore annunciano l’uscita del suo nuovo singolo. La data da segnarsi sul calendario è il 23 dicembre. Il titolo del brano da cercare è “I 4 duri”. E il posto dove andarlo a beccare è la rete. Cioè ITunes e altri digital-stores.
Tralasciando la bruttissima e ormai consolidata abitudine di lanciare un album su internet e non, magari, in una libreria, si può serenamente affermare che il Cacio abbia fatto centro. Anche perché appresso a “I 4 duri” seguirà un (cosiddetto) ep. Ossia un disco breve breve. Con un nome grande grande: “Big bang”.
Ma torniamo al presente. “Il giovane cantautore esprime tutta la sua rabbia contro chi lamenta le difficoltà della vita e critica ottusamente gli altri senza mai agire – spiegano dalla regìa – ma rimanendo passivo di fronte alla vita che, inesorabilmente, ci scorre tra le dita. L’esistenza, secondo Gamberi, va afferrata, goduta e affrontata con coraggio e non accettata passivamente come fosse una pubblicità trasmessa in tv”.
Non mancano infine tematiche delicate ed attuali come la dottrina cattolica “impartita da un clero milionario al popolo africano affamato”.
Buon viaggio, Cacio. E di nuovo in bocca al lupo.