A dare il buon esempio, ancora una volta, sono gli stessi. Tu chiamali, se vuoi, quelli del Tuscia in jazz. Ma poco importano i nomi, in fin dei conti. Ciò che conta invece sono gli intenti. E quindi da tenere a mente ci sarebbero sì i vari Leali (Alessia e Italo), Alessandro Vettori, e Dario Pompei. Ma di fianco a loro non va certo trascurata una cittadina intera, Ronciglione.
Già, Ronciò. Che senza clamore e senza appelli disperati (pratiche molto in voga oggigiorno), con appena 12mila euro in tasca, si appresta ad inaugurare la terza edizione del Cubo festival. La manifestazione culturale ad ampio raggio che parte domattina, e tira avanti fino a martedì.
Più di cinquanta eventi in totale, e con così pochi soldi a disposizione. Ma come fanno?, viene da chiedersi. Semplice, lavorano “dal basso”. Che non vuol dire necessariamente che offrono un prodotto scadente. Anzi, il contenitore è di qualità indiscussa. Il segreto piuttosto risiede nella cooperazione. Nella voglia che ogni singolo cittadino (associazioni, pubblico e privato) esprime attraverso un suo personalissimo piccolo o grande gesto. “Così l’abbiamo concepito il Cubo – spiega stile mantra Leali – e così va avanti. Certo le difficoltà non sono poche, ma più si presentano e più ci inventiamo nuove soluzioni”.
Ieri la conferenza stampa. Di dentro alla Fondazione Carivit, a Viterbo. Una delle realtà che crede fortemente nel progetto.
Il presidente Mario Brutti, col suo solito fare inglese, ha girato gli auguri alla carovana. Ed Italo Leali ha ribadito che “ogni evento sarà ad ingresso gratuito”. Altra mazzata da non poco.
Degli ospiti se ne è già parlato, su queste colonne. In ogni caso apriranno la iena Matteo Viviani e l’inossidabile Paolo Villaggio. Dopo di loro, un intero mondo (per il programma completo è bene consultare il sito internet preposto o la pagina Facebook).
Qualche nome: Manetti Bros, Marco Risi, Ugo Gregoretti. Giammarco Casani, quartetto d’archi “Le metamorfosi musicali”, The dreamsellers quartet, Luca Mosconi, Banda Alceo Cantiani, Fire Dixie Street band, Tony Ranocchia e Stefano Cianti. Maurizio Donadoni, Big Biggi one man show, Dacia Maraini, Remo Stella, l’arte di strada. E poi Anna Fendi, Paolo Crepet, Giorgio Nisini, Gero Grasso. Roberto Ferri, più una secchiata di artisti di strada nel dì di chiusura.
Interessante sarà infine fare un salto in paese per vedere questo #cuboalcubo. Un’opera collettiva, che raccoglie e distribuisce allo stesso tempo più di 500 cubetti e cubotti in giro per il centro storico. Chiunque può portare il suo e partecipare.
Perché il Cubo è (anche) questo. Il festival di tutti.