L’apertura degli sportelli InformaGiovani 8+ rappresenta un’occasione di rilancio per i comuni che hanno aderito al progetto, ma anche un’opportunità in più per i giovani che potranno meglio orientarsi nel mondo del lavoro. Il mio apprezzamento va ai sindaci e al lavoro di partecipazione e condivisione che ha portato a tagliare questo importante traguardo. La speranza è che si tratti di una prima esperienza ripetibile in altre aree del territorio provinciale. Sono otto gli sportelli aperti nei comuni di Barbarano Romano, Bassano Romano, Blera, Capranica, Caprarola, Oriolo Romano, Ronciglione e Sutri dedicati alla popolazione della fascia di età 14-35 anni e che andranno a costituire una rete integrata attualmente in costruzione sotto il nome di “InformaGiovani 8+”.
La cerimonia si è tenuta a Capranica, alla presenza anche dei consiglieri regionali del Pd Riccardo Valentini ed Enrico Panunzi, oltre ai sindaci della rete. Il progetto è stato realizzato grazie al finanziamento della Regione Lazio (tramite il bando del dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei ministri) e al co-finanziamento da parte degli otto Comuni che hanno finora aderito. L’obiettivo primario è quello di sviluppare il livello di informazione e di promuovere le attività e le politiche a favore della popolazione giovanile.
“Questi sportelli sono uno strumento molto utile che si affiancherà ai nuovi centri per l’impiego. Nell’ambito della riforma del mercato del lavoro assisteremo a una complessiva riorganizzazione del settore, a partire dalla nuova Agenzia nazionale per il Lavoro che sarà attiva dai primi mesi del 2016. Il ruolo dei nuovi centri per l’impiego sarà non solo far incontrare domanda e offerta di lavoro, ma anche accompagnare chi cerca un’occupazione”.
Le misure sinora introdotte ci dicono che il male non è ancora stato curato, ma l’emorragia si è arrestata: la disoccupazione giovanile che era al 43 – 44%, ora è scesa al 40,5. Una percentuale ancora inaccettabile, ma che sta calando. Sia il Jobs Act sia la legge di stabilità per il 2015 hanno incentivato e detassato il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti che ha contribuito a far crescere gli occupati di 320mila unità nell’ultimo anno. Riscontriamo anche maggiore fiducia nelle imprese che sono tornate a inviare i loro osservatori nelle università italiane alla ricerca di giovani su cui investire.
Dobbiamo continuare a mettere risorse sulla formazione di qualità. Oggi il 22% dei giovani italiani è laureato, ma dobbiamo salire al 40%. Dobbiamo anche combattere il fenomeno per cui il 30% dei giovani non studia né lavora. Il nostro compito è intervenire per continuare la lotta all’evasione, diminuire il carico fiscale su imprese e famiglie, incrementare gli investimenti pubblici e privati, favorire il lavoro di qualità e stabile.
Alessandro Mazzoli
Deputato del Pd