Ci si era lasciati ieri, proprio qua su Viterbopost, con un interrogativo non da poco: che fine ha fatto il percorso archeologico di Tarquinia?
La domanda è nata dalla menti locali del Cinquestelle. Sempre in forma quando si tratta di rovistare tra carte e burocrazia, al fine di beccare un’anomalia (e rima).
Oggi, per dovere di cronaca, sarà il sindaco di casa Mauro Mazzola a rispondere. Ma prima tocca necessariamente di riepilogare un poco le cose.
Nel 2010 la Domina srl lavorava in zona Madonna del Pianto. Tirava su palazzine. Il progetto all’improvviso viene bloccato, causa intoppi (probabilmente archeologici) nel sottosuolo. Il Comune ha così deciso di prendersi l’area, 178mila euro per risistemarla (ormai era stato steso un velo di asfalto), ed in cambio la ditta si è spostata più in là. In un nuovo lotto di sua proprietà, trasformato grazie ad una “variante” in edificabile.
Quei soldi, stando agli accordi tra le parti, si sarebbero dovuti spendere per trasformare il rettangolo in cemento in un percorso archeologico. Ad oggi, 28 novembre 2015, non si è ancora mossa paglia.
Il Movimento ha così interrogato la maggioranza in sede di Consiglio, ma dopo 30 giorni (scadenza dei termini) proseguono i silenzi.
“All’epoca non c’ero – precisa Mazzola – quando sono arrivato l’area era sequestrata. La società ha versato quanto doveva, e la palla è passata nelle mani dell’ufficio tecnico”.
Ora, probabilmente “all’epoca non c’ero” vuol dire che Mazzola stava in ferie, forse in montagna. Ma non che non fosse sindaco, poiché proprio nel 2010 regnava nel suo primo mandato (attualmente siamo al terzo anno del suo secondo).
Ma andiamo avanti: questi benedetti quattrini dove stanno? “E chi li ha toccati? – prosegue – Sono lì, fermi, in attesa di essere utilizzati. La zona è particolare, soggetta a vincoli. La Sovrintendenza conosce bene il tutto, e quindi non ci vedo nulla di strano. Tempo al tempo, e ogni cosa si farà”.
Certo però che… “Che 178mila euro sono stati sborsati immediatamente – replica pentastellata – e oggi il loro valore è precipitato, ci scapperanno sì e no la metà degli interventi. Oltre tutto, già che ci siamo, perché non partire con questi lavori? Il progetto ci sta, la Sovrintendenza non è contraria, e l’opera ben si sposa con la natura archeologica del terreno. Per chiudere, non hanno proprio scuse”.
Il mistero, strano ma vero, si infittisce sempre più. Forse stavolta è il caso di chiamare quelli di Voyager, piuttosto che la troupe di Chi l’ha visto.
Alla prossima puntata.