“La rottura dei rapporti con Anas non blocca niente”, sostiene Mauro Mazzola. Che oltre ad essere sindaco di Tarquinia è anche presidente della Provincia e dunque andrebbe innanzitutto chiarito in quale veste parla, ma insomma non è questo il punto nodale della questione. “La Trasversale va fatta subito. Mazzola ha ragione sul discorso ambientale, ma la sua uscita è fuori tempo massimo”, ribatte a distanza Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil di Viterbo, che sia pure con toni pacati bacchetta senza mezzi termini il sindaco-presidente. L’argomento è il completamento della Orte – Civitavecchia, progetto in ballo da decenni, ma la cui conclusione appare lontana. Un po’ come il completamento di Belcolle. Verrebbe da dire: la Tuscia terra di grandi incompiute.
Dunque, qual è il ragionamento dell’esponente sindacale? “Siamo falcidiati dalla disoccupazione e dall’impoverimento generale. O troviamo soluzioni oppure moriamo. E ognuno di noi sarà complice della morte economica del nostro territorio”. Attacco largo e poi l’affondo: “Ci battiamo da una vita per la sua realizzazione. Si tratta di un progetto che risale a quasi cinquant’anni fa e a 50 anni di distanza non è stato ancora concluso. Cinque decenni in cui la Tuscia avrebbe potuto avere tutt’altra storia. Invece è stata condannata alla crisi e alla disoccupazione. Una terra dove le nuove generazioni rischiano di non avere più un futuro”. E Mazzola che dice? “In molti hanno capito. I pochi che mi accusano, si sbagliano o fanno finta di non capire. Sulla trasversale, oltre ad aver affermato che fino al 2018 non sarà finanziata e quindi non sarà pubblicato nessun bando di gara, il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio è stato chiaro, parlando di fattibilità, risparmio e condivisione con il territorio. Ed è su questi tre concetti chiave che sto lavorando come sindaco e presidente della Provincia”: aridaje con la doppia carica…
La conclusione di Turchetti è pungente: “La Trasversale – riprende – è strategica per Viterbo, per il Lazio e per tutto il centro Italia. Se continuiamo a porre problemi, quando mai vedrà luce una delle opere più importanti per lo sviluppo economico e la crescita occupazionale del nostro territorio? Vogliamo forse aspettare altri 50 anni di traversata del deserto? Se non arriviamo il prima possibile a Civitavecchia, perderemo innanzitutto il treno del turismo e del termalismo, dopodiché verremo tagliati fuori dai grandi flussi economici, facendo di Viterbo un nuovo capoluogo: quello della disoccupazione”.
“Anas fa finta di non avere dati- ribatte Mazzola – poteva avanzare proposte per concretizzare velocemente un tracciato condiviso da tutti, che tutelasse la zona da un punto di vista ambientale ed economico. Purtroppo non le ha mai studiate e, invece di riferirci le criticità e la fattività delle nostre osservazioni, ha continuato a venire alle riunioni difendendo solo il proprio tracciato. La rottura è arrivata perché la società si è chiusa a riccio di fronte all’Amministrazione comunale e ai cittadini, facendo saltare quello che, con lungimiranza, era stato creato di concerto con Anas. Ma tutto ciò non blocca nessun iter procedurale. Ognuno farà quello che riterrà più opportuno ma certamente non aiuta. Sono convinto che con quello che diciamo, c’è la possibilità di risparmiare, fare in fretta e fare una bella superstrada”.
La conclusione è un peana per gli ambientalisti: “Il passaggio nella valle del Mignone è un suicidio tecnico e amministrativo: da una parte si andrebbe a stravolgere un’area di grande pregio naturalistico ed economico, oltretutto con vincolo PAI; dall’altra si andrebbe incontro a una marea di ricorsi amministrativi. Voglio la trasversale, ma la voglio fare con onestà, trasparenza, risparmio e fattibilità, senza che nessuno scandalo la possa bloccare. E soprattutto la voglio fare insieme al territorio. Quelli che mi accusano non hanno studiato bene la questione, ma li incontrerò uno per uno per avere confronto schietto”.
Posizioni che, al momento appaiono inconciliabili: da una parte, quel collegamento deve essere fatto senza perdere altro tempo; dall’altra, il progetto si deve fare ma non con quel tracciato. C’è la possibilità di un punto di incontro?