Approvata in seconda lettura alla Camera la legge delega che riforma la disciplina degli appalti e delle concessioni pubbliche seguendo tre parole d’ordine: semplificazione, trasparenza, qualità.
La riforma è nata per recepire le direttive europee che impongono l’adeguamento della normativa italiana in materia di appalti e contratti pubblici, opera un riordino complessivo della materia e rappresenta un volano per il rilancio economico del nostro Paese, in particolare per il settore dell’edilizia e dei lavori pubblici. L’obiettivo è chiaro: Vogliamo rendere più semplici e flessibili le procedure degli appalti relativi a lavori, servizi e forniture, agevolare l’accesso alle imprese, con un’attenzione particolare a quelle piccole e medie, e garantire l’efficienza dei lavori stessi, attuando controlli e assicurando l’esecuzione nei tempi e nelle modalità previste.
Il provvedimento introduce cambiamenti sostanziali che riguardano gli affidamenti sia per la progettazione che per l’esecuzione delle opere; la richiesta di maggiore qualificazione delle stazioni appaltanti e delle imprese, il ruolo rafforzato dell’Autorità Nazionale Anticorruzione; il divieto di deroghe alle procedure di affidamento; la riduzione delle varianti in corso d’opera; l’eliminazione dell’aggiudicazione con il criterio del massimo ribasso per le professioni tecniche; la maggiore centralità della fase progettuale sostituendo il progetto preliminare con quello esecutivo.
Il testo delinea i principi e criteri direttivi generali a cui faranno seguito due decreti legislativi: uno relativo al recepimento delle direttive europee (entro il 18 aprile 2016) e l’altro riguardante il nuovo Codice degli appalti ed il nuovo Regolamento (entro il 31 luglio 2016).
Nell’ambito del processo di riforme che sta impegnando questo Parlamento, le nuove norme in materia di appalti costituiscono un elemento essenziale sulla strada del cambiamento e della modernizzazione del Paese. Questa degli appalti è una delle questioni cruciali che può contribuire a sbloccare l’Italia e a rimettere in moto risorse, investimenti e buona occupazione. Inoltre, la semplificazione delle norme serve anche a rendere più efficiente il sistema dei controlli.
Alessandro Mazzoli
Deputato del Partito democratico