Nel Lazio “I Luoghi del Cuore” sono tre e di questi due sono in provincia di Viterbo: la Tomba degli Scudi a Tarquinia e l’Altopiano dell’Alfina ad Acquapendente. E’ un risultato eccellente, frutto del censimento (lanciato a maggio 2014) promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che ha visto la straordinaria partecipazione di oltre 1.600.000 persone, unite nel nome di un’Italia da tutelare per le generazioni future. E per dare una risposta concreta a questa incredibile mobilitazione degli italiani e intervenire con progetti concreti a favore di alcuni luoghi tra quelli segnalati, dopo un lavoro di analisi e monitoraggio, FAI e Intesa Sanpaolo annunciano 23 progetti di restauro e di valorizzazione.
Nel Lazio si è deciso di intervenire, grazie a un contributo di 24.500 euro, sulla Tomba degli Scudi a Tarquinia – al 65° posto nella classifica del censimento con 5.681 segnalazioni – tomba sotterranea di epoca etrusca, scoperta nel 1870 e databile al 340 a.C., costituita da una grande camera centrale e altre tre che comunicano attraverso porte e finestrelle. La decorazione della camera principale rappresenta i componenti dell’aristocratica famiglia dei Velcha che partecipano a un banchetto ambientato nell’aldilà. La camera di fondo, destinata alla sepoltura del committente, è decorata con iscrizioni e grandi scudi dipinti sulle pareti che hanno dato il nome al sepolcro. Vaste porzioni di pellicola pittorica, tuttavia, sono ormai andate perdute, mentre altre sono coperte da patine, muffe e stuccature in cemento. Di proprietà dello Stato, la tomba di Tarquinia, con l’intera necropoli e quella di Cerveteri, è stata inserita dall’Unesco nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Chiusa da decenni al pubblico, la tomba è stata segnalata affinché sia tutelata dal degrado e valorizzata e possa così essere di nuovo fruibile. L’intervento del FAI e di Intesa Sanpaolo consentirà di restaurare i dipinti della camera principale della tomba. I lavori sono finalizzati alla riapertura del bene, che sarà resa possibile grazie a un innovativo accordo di fruizione tra Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell’Etruria Meridionale e Delegazione FAI di Viterbo.
Ancora un intervento, sull’Altopiano dell’Alfina ad Acquapendente – all’82° posto nella classifica del censimento con 4.175 segnalazioni – vasta area ricca di riserve e oasi naturali, compresa tra Acquapendente e Orvieto, il lago di Bolsena e la Valle del Paglia. Con il suo bosco monumentale e i suggestivi sentieri naturalistici, questo ambiente si caratterizza per la ricca biodiversità. Grazie al passaggio della via Francigena e della via Teutonica, nel Medioevo questo territorio era attraversato da mercanti e pellegrini. Sull’altopiano sorgono castelli e piccoli borghi, chiese e antiche abbazie, come la basilica del Santo Sepolcro ad Acquapendente. L’Altopiano dell’Alfina è interessato da alcuni progetti pilota di produzione di energia geotermica, che dovranno relazionarsi con l’integrità di questo prezioso e delicato ecosistema. Per favorire la tutela dell’area, l’intervento del FAI e di Intesa Sanpaolo sarà volto a predisporre osservazioni che saranno trasmesse agli enti preposti a valutare l’impatto ambientale dell’impianto che dovrà sorgere ad Acquapendente.
Contributo di 30mila euro, infine, sulla Certosa di Trisulti a Collepardo (Frosinone) – al 32° posto nella classifica del censimento con 10.430 segnalazioni – maestosa struttura fondata nel 1204 per volontà di Papa Innocenzo III, immersa nel verde dei Monti Ernici. L’intervento del FAI e di Intesa Sanpaolo sarà dedicato al recupero della facciata della chiesa a meno che il Polo Museale, attualmente in procinto di intraprendere una serie di ricognizioni sull’intero complesso, valuti la presenza di maggiori urgenze. L’obiettivo è anche quello di contribuire alla conoscenza e alla notorietà di questo straordinario complesso, incentivandone la fruizione.
I primi tre classificati – il Convento dei Frati Cappuccini a Monterosso al Mare (La Spezia), la Certosa di Calci (Pisa) e il Castello di Calatubo ad Alcamo (Trapani) – e sul vincitore della sezione “Expo 2015 – Nutrire il pianeta” dedicata ai luoghi della produzione e della trasformazione alimentare – le Saline di Marsala e la laguna Lo Stagnone a Marsala (Trapani) – beneficeranno di un contributo diretto.
Le Linee Guida hanno offerto la possibilità a tutti i proprietari e ai portatori di interesse dei 257 beni che hanno ricevuto più di 1000 voti di presentare al FAI una domanda, a fronte di un preciso programma di azione e certezze sui primi finanziamenti, per beneficiare di un intervento diretto da parte del FAI e di Intesa Sanpaolo. Quattro le tipologie proposte: presentazione di un progetto o di un lotto di progetto da co-finanziare per interventi di restauro o riqualificazione; definizione di un itinerario culturale tra più Luoghi del Cuore; realizzazione di un’iniziativa di promozione/valorizzazione; richiesta di un’istruttoria presso gli enti di tutela. Il feedback è stato estremamente positivo: sono infatti pervenute alla Fondazione 103 richieste di intervento da 15 regioni con il coinvolgimento di società civile e istituzioni che si sono attivate unendo le forze e creando sinergie sul territorio per realizzare progetti concreti. Una commissione composta da rappresentanti del FAI, che ha condiviso il lavoro con i Segretariati Regionali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha valutato le domande ricevute in base ai parametri stabiliti – numero di segnalazioni raccolte, qualità e innovazione del progetto proposto, possibilità di effettuare un intervento significativo e duraturo, valenza storico-artistica o naturalistica, importanza per il territorio di riferimento e urgenza dell’intervento – e ha scelto i 19 beni su cui intervenire. I beni selezionati dovranno confermare formalmente l’accettazione dell’intervento FAI per poter dare avvio ai progetti accolti. In caso di rinunce, i contributi saranno assegnati ai beni che, pur avendo i requisiti, non sono stati finanziati per esaurimento dei fondi a disposizione, così come è accaduto per il Teatro Jacquard di Schio (Vicenza) – votato nella sesta edizione del censimento nel 2012 – che ha ricevuto il contributo revocato al Museo di Totò di Napoli.