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Termalismo, Viterbo ragiona da leader

Entro il 30 sarà elaborato un progetto da presentare alla Regione. Che lo finanzierà

L'assessore comunale allo sviluppo economico Sonia Perà

L’assessore comunale allo sviluppo economico Sonia Perà

L’hanno chiamata “call for proposal”, perché l’inglese è la lingua degli affari e dell’economia e perché fa anche un po’ chic. Traduzione italiana: invito a presentare proposte. E su che? Su tutto quello che sia degno e meritevole di ricevere sostegno e aiuti da parte della Regione. L’idea era stata presentata qualche settimana fa in pompa magna nei saloni della Camera di commercio e ha cominciato a camminare. Intanto, la prima notizia è che il precedente termine di scadenza del 31 ottobre, cioè ieri, è stato prorogato al 30 novembre. “Un mese in più per lavorare – commenta l’assessore comunale allo sviluppo economico Sonia Perà – e per presentare un progetto importante”.

Sì, ma di che si sta parlando? Il tema è nelle tempo semplice e affascinante: termalismo. Già, perché Viterbo si vuole porre come leader nel Lazio di una proposta che sia in grado di rilanciare definitivamente un settore che oggi vive esclusivamente sugli investimenti dei privati e sulla buona volontà di tanti appassionati e cultori delle acque termali che frequentano le pozze. “Abbiamo la ragionevole convinzione – continua l’assessore Perà – di poter aggregare una serie di forze e di poter presentare un progetto di rilievo”.

Gli imprenditori che operano nel settore del termalismo

Gli imprenditori che operano nel settore del termalismo

La cosa funziona così: la Regione ha lanciato l’idea e adesso aspetta che siano i territori a muoversi e a presentare concretamente piani che siano meritevoli di essere finanziati. I fondi, anche tanti, ci sono ma bisogna meritarseli con una proposta seria e inclusiva. E così sulla vicenda del termalismo, a Viterbo ci stanno lavorando in tre: da una parte l’Università della Tuscia (che ha funzioni di coordinamento), dall’altra l’amministrazione comunale e dall’altra ancora i privati (quelli che già operano e quelli che in futuro potrebbero essere indotti a farlo). Ecco la cornice entro cui si muove la “call for proposal”. La tela per il momento è ancora intonsa, ma ci si sta muovendo per riempirla di contenuti importanti. “Questa è una straordinaria occasione che non possiamo lasciarci sfuggire – spiega la Perà -. L’altro giorno abbiamo avuto un incontro con sindacati e imprenditori durante il quale sono state fatte proposte concrete che poi confluiranno nel progetto conclusivo”. E il ruolo del Comune di Viterbo? “Intanto, noi siamo i concessionari di una parte consistente del bacino termale e quindi abbiamo competenze e responsabilità nei confronti della Regione, che resta proprietaria, degli utenti e degli operatori. La concessione scade nel 2017, ma abbiamo chiesto di rinnovarla in anticipo, quindi nel corso del prossimo anno. Nel frattempo, attendiamo gli esiti di un ulteriore studio idrogeologico che dica con certezza qual è la portata reale. Senza il censimento delle acque, ogni discorso resta vuoto. Noi contiamo che questa indagine possa concludersi nel giro di pochi mesi. Non si tratta di allungamenti della burocrazia, ma semplicemente di avere un quadro il più preciso possibile della situazione. Così, per esempio, da poter destinare una portata minima di 10 litri al secondo per le ex terme Inps: una quantità sufficiente per consentire la riapertura”.

Le istituzioni ascoltano le richieste dei sindacati

Le istituzioni ascoltano le richieste dei sindacati

Tutto questo e anche altro ci sarà nella proposta conclusiva, nella quale un ruolo decisivo avranno i privati, coinvolti sia nella fase di progettazione che in quella di ulteriore potenziamento. “L’obiettivo – conclude l’assessore Sonia Perà – di arrivare al piano regolatore del termalismo. Uno strumento che dia certezze per l’oggi e soprattutto per il futuro. Chi vorrà investire in questo campo, potrà e dovrà farlo in presenza di certezze normative che possano coprire un arco temporale abbastanza ampio”.

Medesima richiesta era arrivata da parte di Cgil, Cisl e Uil in occasione dell’incontro cui si faceva riferimento in precedenza: “Un piano regolatore delle acque termali di Viterbo per capire quanta acqua si può prendere da tutti i pozzi – sostiene la ex triplice, rappresentata nella circostanza da Miranda Perinelli e Massimo Guerrini (Cgil), Rosita Pelecca e Fortunato Mannino (Cisl), Giancarlo Turchetti e Pierluigi Talamo (Uil) -. Un piano che faccia capire il prima possibile quante possono essere le concessioni termali e dare massima certezza agli investitori, mettendoli nelle condizioni di investire, creare reddito e nuovi posti di lavoro”.

E ancora: “Dobbiamo portare il sistema termale viterbese a competere con le migliori regioni termali del mondo. Ne ha tutte le caratteristiche e tutte le qualità. Acque termali che si intrecciano con un patrimonio storico, archeologico e paesaggistico straordinario. Il tutto, all’interno di una regione che, grazie anche agli altri impianti termali presenti sul suo territorio, ha tutte le potenzialità per fare un grande salto di qualità. Anche da parte nostra ci sarà l’impegno affinché i progetti presentati siano funzionali alla crescita economica e all’occupazione. Nella chiarezza dei ruoli e delle questioni affrontate. Ora è decisivo passare ai fatti, mettendo da parte tutti i particolarismi. Abbiamo un’esigenza fondamentale: ricreare occupazione e soprattutto buona occupazione”.

 

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