Comincia a prendere seriamente forma, il Cubo. Che detto così pare quasi un controsenso. Ma in realtà questo qui, di Cubo (appunto), non è tanto un solido quanto un festival. Quello che poi si svolge a Ronciglione. Che ormai da tre anni consecutivi scalda una manciata di giornate invernali (si sta parlando dei primi di dicembre, dal 4 all’8). E che coinvolge una città intera. Operosa e smaliziata. Al fine di proporre l’evento più fico o semplicemente di mettere in piazza quanto di buono si sa fare.
E così, dopo i primi ospiti sapientemente svelati uno alla volta come la margherita “m’ama, non m’ama”, ecco anche una piacevole sorpresa. Se infatti è vero che le cose belle e buone nascono dal basso, e se è ancor più vero che la campagna di raccolta fondi “io sostengo il Cubo” in rete sta spopolando, spunta il video di adesione che non ti aspetti: cartello in mano, silenzio assoluto; pure Marco padrone-di-casa Mengoni sostiene la manifestazione. Per la gioia delle fans e delle nonne ronciglionesi.
E quindi, facendo due conti, seguono i seguenti volti noti: Dacia Maraini, Paolo Crepet, Anna Fendi, Matteo Viviani, Paolo Villaggio, Ugo Gregoretti, Gero Grassi. Ai quali (oltre a Mengoni, che supporta ma non ci sarà), vanno aggiunti gli ultimi due pezzi da novanta: Marco Risi e i Manetti Bros. Tre registi al prezzo di due.
I Manetti, riavvolgendo il nastro, debuttano nel ’95. Da allora e fino a ieri hanno incassato una secchiata di premi. Son più indipendenti che cine-panettonari (grazie a dio), e a Ronciò presenteranno “Song ‘e Napule”. Oltre a parlare della loro professione in ogni aspetto possibile: dalla fiction alla rete, dalla musica alle serie televisive.
Marco Risi invece abbandona Filosofia nel ’71, e fa anche bene. Dietro una telecamera infatti esprime il meglio di sé. Stavolta tratterà la pellicola “Tre tocchi”, una benedizione.
Nel frattempo comunque procedono i preparativi. Il più affascinante dei quali è racchiuso in un hashtag: #uncuboalcubo. Chiunque può portare il suo solido, fatto di un materiale che non si accartocci con la pioggia. I cubetti (o cubotti, fate voi) verranno posizionati per il centro, in un’opera d’arte collettiva.
La cosa piace, e UnipolSai ha deciso di metterci del proprio, donando cinquecento scatole alle scuole materne ed elementari. I piccoli ronciglionesi le decoreranno. Per uno spettacolo nello spettacolo sempre più collettivo ed affascinante.