Come se non avessero già abbastanza problemi, tra treni super affollati, a volte sporchi, orari flessibili, molto flessibili, corse che saltano, a volte pure incidenti. Dal 1 gennaio prossimo ai cahiers de doléances dei pendolari del Lazio (già abbastanza gonfi) si va ad aggiungere un ulteriore capitolo. Alla voce: disagi.
La questione è esplosa negli ultimi giorni, e riguarda naturalmente anche i viaggiatori che ogni giorno si recano nella Capitale anche dalla Tuscia, da Viterbo e dai centri della provincia. L’accordo Metrebus – quel cartello che coinvolgeva Atac, Cotral e Trenitalia con lo scopo di agevolare i passeggeri di treni e bus e di semplificare le procedure per l’utilizzo dei biglietti – perde pezzi. Prima Trenitalia e poi Cotral hanno annunciato la loro uscita dalla rete, appunto per il 1 gennaio. Cosa vuol dire, nella sostanza? Che sparirà il biglietto unico, integrato, che ormai da qualche lustro consentiva ad un viaggiatore di utilizzare appunto un unico titolo di viaggio (biglietto o abbonamento) per recarsi nella Capitale con il treno regionale o l’autobus extra urbano e poi utilizzare gli autobus urbani, i tram o la metropolitana per muoversi all’interno della città eterna.
Prendendo il caso specifico della Tuscia, si poteva acquistare un b.i.r.g (biglietto integrato regionale giornaliero), partire col treno utilizzando la tratta di Trenitalia Roma Viterbo, arrivare a Valle Aurelia e prendere la metro. O arrivare alla stazione di San Pietro e prendere un autobus dell’Atac, per raggiungere qualsiasi destinazione nella Capitale. Idem funzionava per i bus del Cotral: partenza dal Riello, arrivo a Saxa Rubra, trenino della Roma nord per piazzale Flaminio e da lì via in metro, o con un bus urbano Atac verso altrove. Oppure, terza ipotesi: da Orte, treno di Trenitalia per Termini o Tiburtina e di lì una miriade di possibilità, su gomma o in metropolitana. Per il ritorno, entro le 24 ore, la stessa cosa a itinerario invertito.
Dal 1 gennaio, stando così le cose, bisognerà dotarsi di biglietti (o abbonamenti) differenti, ciascuno per una compagnia, che sia Atac (società del Comune di Roma), Cotral (della Regione) o Trenitalia (le vecchie Ferrovie dello Stato, nazionali). “La disdetta dell’accordo, allo stato attuale significherà oltre ad un ritorno al passato anche un aumento dei costi per gli utenti”, avverte la Cgil, che come sindacato già si sta muovendo per un incontro con le istituzioni. E il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha assicurato che la cosa arriverà fino al Governo.
E allora viene da chiedersi il perché di questa rottura. All’origine c’è sempre una storia di soldi, anzi di debiti. Trenitalia, la prima ad uscire dal triplice patto, dice di vantare 49.5 milioni di euro di crediti nei confronti di Atac, la partecipata romana alle prese con gravissimi problemi di bilancio che i nuovi vertici stanno cercando di sanare da tempo. Mentre Cotral sostiene di dover incassare addirittura 120 milioni da Atac. “L’annuncio dell’uscita di Trenitalia da Metrebus – si legge nella nota della compagnia regionale – segna di fatto la fine del sistema tariffario integrato, almeno per come è stato concepito e gestito fino ad oggi”. Tra l’altro Atac gestisce in esclusiva la vendita dei biglietti e degli abbonamenti, e la ripartizione dei ricavi: alla fine dell’anno trattiene per sé una percentuale per il servizio (4 per cento) e poi divide il resto tra sé stessa, Trenitalia e Cotral.
Senza dimenticare che se davvero la convenzione Metrebus dovesse venire sciolta, come al momento lasciano credere le dichiarazioni e gli annunci di uscita di Trenitalia e Cotral, accadrebbe appena un mese dopo l’apertura del Giubileo straordinario della misericordia (che parte l’8 dicembre prossimo). Con un afflusso di pellegrini – che magari potrebbero anche alloggiare fuori Roma e recarsi nella capitale coi mezzi – che si andrà ad aggiungere al normale flusso di pendolari.
Nella serata di ieri l’assessore regionale ai Trasporti Michele Civita ha provato a tranquillizzare. Così: “Le preoccupazioni su eventuali aumenti o disservizi di Metrebus legati alle recenti dichiarazioni di Trenitalia e Cotral sono del tutto infondate. Il Metrebus è un sistema che favorisce con l’integrazione il servizio di trasporto pubblico, importante per i pendolari di Roma e del Lazio. L’obiettivo della Regione è di migliorarlo per superare le rigidità che lo frenano. Pesano anche altre criticità, come la rete di vendita e la distribuzione dei ricavi, che possono compromettere il rapporto tra le varie aziende coinvolte. Come Regione abbiamo già avanzato proposte per rivedere la gestione del sistema tramite la futura agenzia regionale della Mobilità e promuoverà ulteriori riunioni, anche in sede tecnica, per la definizione di un percorso possibile e condiviso”. Basterà a frenare le intenzioni dichiarate da Trenitalia e Cotral?