Sulla Trasversale, al momento l’unica certezza è che regna la confusione più totale. Sarebbe ora che le istituzioni facessero chiarezza e, possibilmente, si parlassero pure tra di loro. Quello di cui il territorio ha bisogno sono risorse certe nonché tempi brevi e ben definiti.
Un mese fa circa il deputato del Partito democratico Alessandro Mazzoli ha dichiarato che la tratta Monteromano est-Civitavecchia è inserita nell’allegato B del contratto di programma Anas 2015. Su questo il Cipe ha espresso parere favorevole nella seduta del 6 agosto scorso, con la previsione di appaltabilità nel 2018 per un importo di 472 milioni di euro. Non ho motivo di dubitare delle parole del parlamentare. Pochi giorni dopo, però, a Viterbo è arrivato il ministro Graziano Delrio: ha confermato che il progetto è cantierabile entro il 2018 ma non ha fornito date precise, freddando gli entusiasmi. Intanto, il sindaco di Tarquinia nonché presidente della Provincia, Mauro Mazzola, sta portano avanti la sua battaglia perché Anas rinunci al preliminare già definito per scegliere un tracciato alternativo che salvaguardi la Valle del Mignone. Fatto sta che la conferenza dei servizi non è ancora stata fissata e che i tecnici Anas, a quanto dichiarato da Mazzola, stanno eseguendo ora le verifiche tecniche.
Ricordo per l’ennesima volta che la Trasversale Orte-Civitavecchia è un’opera classificata tra le più importanti e strategiche per l’Europa perché attraversa l’Italia centrale dal mare Adriatico al Tirreno, e ricongiungerebbe il Corridoio tirrenico, l’autostrada del Sole e la E45 in una rete infrastrutturale interconnessa. Non dimentichiamoci, poi, che il completamento è visto nell’ottica del collegamento del porto di Civitavecchia con il nodo intermodale di Orte.
Tutto il territorio interessato, da Civitavecchia passando per Viterbo fino all’Umbria, potrebbe essere rilanciato lungo quella direttrice, creando finalmente i posti di lavoro di cui abbiamo tanto bisogno. Per questo, faccio appello a tutte le istituzioni: se i soldi ci sono, come dichiarato, perché aspettare fino al 2018 col rischio che quelle risorse vengano destinate altrove? Per anni abbiamo ricevuto promesse, spesso non mantenute per sopravvenute nuove esigenze. Chiediamo quindi che Governo e Anas stringano i tempi e definiscano un crono programma preciso per completare l’opera.