Come un terremoto dell’ottavo grado della scala Mercalli. Che magari non lascerà solo rovine – o almeno si spera – ma che dà una bella rimescolata a tutto lo sport viterbese. E che lascia pure qualche perplessità. Perché la sostituzione (Defenestrazione? Licenziamento? Epurazione?) di Livio Treta dal vertice del Comitato olimpico provinciale, del Coni, nasconde diversi risvolti.
Da qualche tempo si è insediato dietro la scrivania di via Monti Cimini Alessandro Pica, marchigiano d’origine, funzionario del Coni con un curriculum lungo così (nel Milan, in Figc, come team manager della Nazionale di calcio di Arrigo Sacchi, alle Olimpiadi e persino direttore generale della Maceratese) e residente a Soriano nel Cimino. Proprio questo sembra essere l’unico legame di una certa forza col territorio della Tuscia, quel territorio che oggi si trova a supervisionare e coordinare almeno dal punto di vista sportivo. Va precisato pure che Pica non è stato eletto nella sua carica, e non può neanche definirsi presidente: con la riforma del Coni i presidenti non ci sono più, ma si chiamano “delegati provinciali” e non vengono neanche eletti, ma nominati dai presidenti regionali. Il nuovo numero uno del Lazio, Riccardo Viola (uno dei figli dell’ingegner Dino, quello del secondo scudetto della Roma), ha scelto proprio Pica per gestire il comitato provinciale di Viterbo. Per la cronaca, la gestione di Treta era passata nel corso degli anni attraverso sei elezioni, tutte vinte.
Insomma, si è chiusa un’epoca. Un’epoca che aveva portato il Coni viterbese a livelli assoluti di eccellenza in Italia, attraverso iniziative memorabili (la Primavera dello sport, cultura e tempo libero, i Piccoli comuni e lo sport, i Summer camp a Riva dei Tarquini, i corsi di autodifesa per le donne e tanti altri eventi) allestite con giudizio, spesso con pochi fondi ma con intelligenti sinergie insieme agli enti locali. Chissà se Pica riuscirà a mantenere questo standard qualitativo.
E Treta? Resta nello sport, come responsabile dello Csen (Centro sportivo educativo nazionale, uno degli enti promozionali con più iscritti in assoluto) e avrà tempo per dedicarsi alla politica, visto che ha appena varato la lista civica per i diritti di Viterbo, che sostiene Michelini. E c’è chi proprio nella politica vede la vera ragione del suo esautoramento dal Coni: una storia di vecchie ruggini con alcuni esponenti di Fratelli d’Italia che si trascinano da anni. Da quando, più o meno, fu proprio Treta a scongiurare l’elezione di Antonio Fracassini alla presidenza del Coni. Ma forse è soltanto una coincidenza.
Treta ha fatto la fine del Trota.
Uno sconosciuto?