Si sono confrontati al cinema Lux davanti a una platea di un po’ più di cento persone. Quasi due ore di dibattito per farsi conoscere e per far conoscere le loro idee. I tre candidati alle primarie del centrosinistra (in programma domenica 7 aprile) Raffaella Valeri, Francesco Serra e Leonardo Michelini si sono aperti in maniera spontanea, palesando ognuno una diversa personalità, che poi spetterà agli elettori del centrosinistra vagliare e valutare. Intanto, a confronto avvenuto, abbiamo provato a stilare un personalissimo profilo dei tre, dando loro anche un voto.
RAFFAELLA VALERI
Fresca, a tratti spumeggiante, spesso confidenziale. Un visetto acqua e sapone (nemmeno un filo di trucco) e una parlantina niente male. Del resto non potrebbe essere che così, visto che esercita la professione di avvocato. Ha l’aria della ragazzina, ma di quelle fortemente impegnate a sinistra. Sicché spesso la butta sull’ideologico, anche se cita battaglie di civiltà come quella per il parco dell’Arcionello, di cui fu parte attiva. Qua e là tira fuori anche qualche buona idea (“Il Comune potrebbe ridurre la quota di Imu di sua spettanza a favore delle attività commerciali e sugli immobili che applichino l’efficientamento energetico”, oppure “per realizzare il programma del centrosinistra nel campo della cultura si potrebbe puntare sul volontariato”), ma si vede che le manca la visione d’insieme delle cose e dimostra una scarsa dimestichezza col bilancio comunale, origine imprescindibile per le scelte che poi ogni sindaco dovrà mettere in pratica. Insomma, tanta buona volontà, tanto entusiasmo, tanta passione, ma – com’era ovvio che fosse – pochissima esperienza. Forse per lei arrivare subito all’università (sindaco) significherebbe fare il passo più lungo della gamba, ma se decide di partire dalle elementari (consigliere comunale) può essere preziosa e dare un buon contributo alla coalizione. Voto: 4
FRANCESCO SERRA
Molto meno impacciato rispetto alle precedenti uscite (forse ci sta prendendo la mano), ha comunque ribadito più volte di occupare uno spazio politico ben determinato (che a Viterbo vuol dire tagliarsi da soli i cosiddetti) e di non volersi assolutamente discostare da quello. Al di là di ciò comunque, ha spesso usato la parola rinnovamento solo come slogan (avendo tra l’altro lui stesso già due mandati alle spalle). Anche lui mette in cantiere qualche proposta degna di nota (”Le ex terme Inps e gli immobili del centro storico inutilizzati si potrebbero riutilizzare senza costi, chiedendo l’aiuto dei privati”), ma per il resto non riesce a scaldare i cuori più di tanto, anche perché nessuno è riuscito a capire a fondo in cosa consisterebbe la novità della sua eventuale gestione comunale. Raggiunge il suo apice quando, a più riprese, critica le amministrazioni di centrodestra colpevoli, attraverso le società partecipate, di aver creato a palazzo dei Priori un mare di debiti. Ma qui il gioco non è che sia molto complicato. Dice poi di essersi candidato perché vuole mettersi al servizio della città, ma poi mette subito i paletti: se non vincerà le primarie non rifarà (per la terza volta) il consigliere comunale. Bah. Voto: 5.
LEONARDO MICHELINI
All’inizio sa anche essere spiritoso (“Sono qui su mandato di Gigli, Fioroni e Sposetti”), ma nel prosieguo dimostra comunque due qualità importanti: l’orgoglio della sua trascorsa esperienza e la volontà di proporre idee nuove (“che come imprenditore mi devo sempre far venire, altrimenti la mia azienda chiuderebbe”), indicando anche qualche soluzione ai problemi che attanagliano la città. Il suo pallino è l’occupazione, soprattutto quella dei giovani, da organizzare magari in cooperative (“L’affidamento di un lavoro a una cooperativa costa un terzo rispetto a un’impresa e crea lavoro in loco”). Ma nel suo mirino ci sono anche il centro storico (“L’housing sociale è il mezzo per recuperare spazi abitativi nel cuore della città”) e gli attuali centri di spesa (“Si possono e devono rivedere, riducendo l’esternalizzazione di servizi. Non tutto va affidato all’esterno”). Nonostante i boatos che lo hanno circondato da quando ha annunciato la sua candidatura, è stato nettissimo sulla composizione della squadra in caso di vittoria: “Avrò le mani libere. Le persone le scelgo io, ascoltando i partiti, ma devono piacere al sindaco”. Poi mette un puntino sulle i: “In ogni caso non ci sarà nessuno ex delle amministrazioni del centrodestra”. Voto: 6
Solo 6 a Michelini? Maddai! Uno che tra le sue schiere annovera il professor Andrea Vannini, la testa più lucida dell’Università della Tuscia, merita almeno 10, che diamine!