Mi si nota di più se partecipo o se resto a casa? Atroce dilemma al quale il segretario provinciale del Pd, al secolo Andrea Egidi, ha pensato di rispondere optando per la seconda soluzione. E così alla tre giorni fioroniana lui non s’è fatto vedere. Per carità, se ne sono accorti in pochi, anzi proprio nessuno. L’ex ministro e patron della Leopeppa se l’è cavata con una battuta, evocando l’imprescindibile necessità che il lider maximo dei democrat della Tuscia si adoperasse con le elezioni amministrative e relative liste. Per la cronaca, si voterà l’anno prossimo in primavera: ma, come si dice, meglio portarsi avanti col lavoro.
Lo sciagurato Egidi(o). La ricordate quella trasmissione televisiva (in onda su Tele+) di Giorgio Porrà che aveva preso in prestito il nomignolo che il grande Gianni Brera aveva affibbiato a Calloni, il centravanti del Milan? Beh, quello che doveva essere un grande bomber e che diventò famoso invece per la valanga di gol sbagliati anche a mezzo metro dalla porta.
Messe da parte le divagazioni calcistico – televisive, restano i fatti. Dunque, il segretario provinciale non ha avuto un attimo di tempo per fare una capatina dalle parti della Tuscanese. Niente di grave: ci sono passati qualche migliaio di persone (elettori del Pd, mica dei Cinquestelle), due ministri della Repubblica, il vice segretario del suo partito. Cose che, naturalmente, a Viterbo e nella Tuscia accadono almeno una volta al mese. Magari sarebbe interessante sapere che ne pensa Renzi di comportamenti simili. In verità, pure altri esponenti non di ripiego dello stesso Pd non si sono degnati di partecipare: i deputati Mazzoli e Terrosi, ad esempio. Magari non erano stati invitati. E comunque, il discorso principale è in piedi per colui che riveste un ruolo per così dire istituzionale all’interno del partito. Il segretario provinciale dovrebbe unire, per definizione. In realtà, la distanza è talmente grande che non si può più nemmeno parlare di partito, ma di entità distinte che solo casualmente convivono sotto lo stesso tetto e magari votano anche per lo stesso simbolo.
Varrebbe anche la pena ricordare che Egidi(o) riveste quella carica in virtù di un accordo tra Fioroni e Sposetti per sbarrare la strada ai nascenti renziani e a chiunque potesse in qualche modo tentare di ostacolare la loro egemonia: la segreteria provinciale agli ex comunisti, quella comunale agli ex democristiani. Oddio, in politica, la gratitudine è sentimento inesistente, ma insomma ricordare il passato non fa mai male. E, peraltro, le gesta del prode segretario non si limitano a questo: come dimenticare le folle oceaniche alla recente festa dell’Unità in piazza del Gesù, caratterizzata da seguitissimi e interessantissimi dibattiti? E come dimenticare il pavimento della suddetta piazza lasciato sporco di unto e di olio, senza nemmeno sentire il bisogno di chiedere scusa al Comune e ai viterbesi?
Meglio pensare che il buon Andrea avesse di meglio – o di più importante – da fare. Anche se l’assenza resta: sarebbe bastato un delegato di fiducia, o due righe di giustificazione come a scuola, per tranquillizzare tutti.
Buona domenica.