Per ora c’è il viatico della commissione bilancio, manca la benedizione definitiva del Consiglio regionale, ma si può ormai dare per certo che per una consistente fetta di cittadini laziali è stato scongiurato l’aumento dell’Irpef. Si tratta di coloro che non superano i 35mila euro l’anno di reddito (soglia che passa a 50mila se si hanno tre figli a carico) per i quali non verrà applicato l’aumento dell’1% per l’anno di imposta 2015 (dal 2,33 al 3,33%). In soldoni si tratta di un risparmio annuo di circa 97 euro a capoccia; per la casse della Pisana un mancato introito di 200 milioni che saranno compensati con le risorse del Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale previsto dalla stessa Legge di stabilità regionale.
Esulta il centrosinistra. “La commissione bilancio ha segnato un altro importante passo in avanti – dichiara Riccardo Valentini, capogruppo del Pd – nel percorso che vede la nostra amministrazione più vicina ai cittadini dei nostri territori. Una Regione più solidale. La diminuzione dell’aliquota regionale Irpef rappresenta infatti un risultato importante che riguarderà un milione e 500 mila contribuenti. Esclusi da questa maggiorazione sono anche gli 800 mila cittadini con reddito non superiore a 15mila euro”.
“Voglio sottolineare – aggiunge – che il limitato numero di emendamenti e il dibattito costruttivo che si è registrato in commissione e prima del voto, hanno consentito di approvare il testo presentato dalla giunta senza modifiche per quanto riguarda le esenzioni Irpef, misure che complessivamente toccheranno l’80% dei cittadini della Regione Lazio. Un dato che conferma in pieno il difficile momento economico e sociale che stiamo attraversando e che rende ancor più necessario il nostro intento che è quello di governare mettendo i bisogni e le difficoltà che toccano la vita di gran parte dei nostri cittadini al centro di ogni nostra scelta politica”.
Decisamente meno trionfalistici i toni dell’opposizione. “La norma sull’Irpef approvata dalla commissione bilancio, che ha visto il contributo costruttivo delle opposizioni, mette al riparo i redditi fino a 35mila euro dall’aumento dell’1 per cento. Un provvedimento approvato in ritardo ma che dà una boccata d’ossigeno a parte della popolazione laziale”.
Ma sono tutt’altro che rose e fiori perché “si tratta tuttavia solo di un primo passo: il Lazio continua ad essere la regione con l’Irpef più alta d’Italia, un primato che ci auguriamo possa venir meno se davvero la nostra regione riuscirà a liberare la sanità dal commissariamento. A quel punto l’auspicio è che le tasse per i cittadini del Lazio possano cominciare davvero scendere. Per tutti”.
Da un lato, insomma, un aiuto per una fetta non piccola di popolazione, dall’altro la mannaia di una tassazione che continua ad essere esosa con tutti. Ma c’è un altro tema che meriterebbe una qualche spiegazione: poiché gli aumenti dell’Irpef regionale sono scattati già dall’1 gennaio, per coloro che adesso rientrano nella fascia di esenzione che cosa è previsto? Un rimborso in un’unica soluzione, magari in sede di conguaglio? Sarebbe opportuno spiegarlo, perché sono tutti bravissimi ad annunciare mirabolanti conquiste, ma poi quando si tratta di passare alle cose concrete… Un’ultima considerazione anche un po’ maliziosa, se volete: non è che questo mancato aumento (e non diminuzione, come si vorrebbe far credere) è figlio della tirata d’orecchi renziana al governatore? Così, tanto per capire…