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E anche Corona (Mauro) finì sul calcinculo

Lo scrittore di montagna incanta, come Gramellini, e poi finisce sulla giostra-simbolo

Scanzi e gli scrittori Nisini e Missiroli sul calcinculo insieme a Filippo Rossi

Scanzi e gli scrittori Nisini e Missiroli sul calcinculo insieme a Filippo Rossi

Per Mauro Corona la montagna è una grande madre, una divinità fatta di terra, pietra e legno. Scrittore, scultore e alpinista, Corona con il suo ultimo libro “I misteri della montagna”, ci guida in questa scalata immaginaria. Ci conduce lungo i suoi sentieri, ci invita a giocare con i rimbalzi dell’eco, con il vento. Ci insegna ad ascoltare il cuore degli alberi, ad amare e difendere la montagna.

Arriva al Caffeina festival in un pomeriggio bruciato dal sole. La bandana sulla testa, scarponi da rocciatore ai piedi e quella faccia levigata dalle intemperie. Lo sguardo abituato a penetrare le ombre, mani callose e ruvide, allenate a carezzare la roccia. Il vostro Dantes si avvicina incuriosito da questo strano personaggio che appartiene ad un mondo antico e sembra una scheggia di corteccia resinosa. Corona saluta tutti come vecchi amici, inizia i suoi racconti con parole bagnate dal vino e dall’ironia. Toscano fumante stretto in mezzo ai denti, si aggira tra gli stand con stupore bambino. La gente lo riconosce e lo accoglie con calore.

Lascio Corona ai suoi racconti di montagna e con passo svelto arrivo al cortile di San Carluccio. Maurizio De Giovanni sta presentando ” Anime di vetro. Falene per il commissario Ricciardi” sua ultima fatica letteraria. De Giovanni ha dato vita a questo personaggio, il commissario Ricciardi, malinconico e solitario che possiede il dono, o la condanna, di sentire il dolore, vedere i morti di morte violenta e ascoltare le loro ultime parole. Ho imparato ad amare questo personaggio in letture notturne e vi consiglio, amici miei, di non lasciarvelo sfuggire. Un giorno mi ringrazierete.

Piazza San Lorenzo stracolma per Gramellini

Piazza San Lorenzo stracolma per Gramellini

Dopo aver spento la sete con una birra chiara che, in certi pomeriggi è meglio del polase, con passo cadenzato raggiungo piazza San Lorenzo. Qui Massimo Gramellini presenta “Avrò cura di te”un romanzo scritto insieme a Chiara Gamberale. Uniscono penne ed emozioni dando vita ad una storia ricca di speranza e dal sapore antico. Gramellini vice direttore de “La Stampa”, scrittore e ospite fisso da Fabio Fazio è un acuto osservatore dei cambiamenti in atto nella nostra società. Conosce Viterbo e ci viene volentieri accolto come un vecchio amico.

Mentre risalgo via Cavour a passo lento, bramoso di raggiungere il sacro letto, vedo gente prender posto sulla giostra del Calcinculo. Mi avvicino incuriosito e con divertito stupore, vedo Mauro Corona e Andrea Scanzi, noto giornalista dalla lingua puntuta del Fatto Quotidiano, roteare divertiti come adolescenti. Potenza del Caffeina festival che ci fa tornare a quei giorni spensierati, dove tutto era facile e ancora possibile…

Ciao caffeinomani

Il vostro

M. Dantes

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