Dal direttivo comunale di FondAzione riceviamo e pubblichiamo:
Il segretario dell’unione comunale Pd, Stefano Calcagnini, dopo la sua fugace esperienza in Forza Italia, prova a riabilitarsi nei democratici con una sorta di delirio politico, condito con una buona dose di farneticanti affermazioni che, bontà sua, addossano al centrodestra tutte le responsabilità della disastrosa situazione in cui versa la città, mentre si è guardato bene dall’elencare i grandi risultati ottenuti dal Pd e da Michelini che governano Viterbo da oltre due anni.
Nella sala dell’hotel Salus si è respirata un’aria di grande soddisfazione da parte dei “140 convenuti”, tutti ad ossequiare il “volemose bene” degli “addetti ai lavori”, peccato che a guastare questo clima idilliaco ci si è messo il giovane Alex Abbruzzetti a nome suo e di altri ragazzi iscritti al Pd che, tra le altre cose, si è cimentato in uno “sputtanamento” del gruppo dirigente con le seguenti decise parole: “Non possiamo accettare che gli amministratori, assessori e consiglieri del Pd, non partecipino agli incontri degli organi dirigenti, dove si discute e si sceglie insieme quale è la linea politica”. Abbruzzetti, con questo slancio di onestà intellettuale, sembra voler dare una risposta al perché Viterbo resta soffocata nei soliti gravi problemi che, al di là dei vaniloqui, la giunta Michelini è ancora lontana dal volerli risolvere.
Questa festa di famiglia, celebrata nella bella cornice del Salus, non pare intenzionata a fermare il grottesco “valzer degli assessorati” che porterebbe, come si vocifera, all’incarico anche per Maurizio Tofani, ex An, ex Fi, ex Udc, fulminato sulla via di Damasco dalle magnificenze del Partito democratico, oggi completamente a suo agio in una compagine politica da sempre ripudiata nei suoi pensieri, comunque fino a quando si è portati a pensare che “…ad un incarico remunerato non si rinuncia mai”.
L’assessora Ciambella, che non chiameremo più Merkel per non sminuire la statista europea, nel corso dell’oceanica assise Pd, si è scaldata a tal punto da uscire fuori dal seminato sulla questione “ Esattorie” e su altre questioni che, per quanto da lei affermato, meriterebbero, da parte sua, la richiesta di un’indagine giudiziaria che potrebbe mettere fine al balletto di responsabilità politiche e clientelari che, ricordiamo, stanno rovinando la vita ai lavoratori e alle loro famiglie.
Infine, a Calcagnini vorremmo dire che, oltre ad organizzare le solite “feste di famiglia”, si faccia un giretto nella città, nei quartieri, nelle frazioni, così si renderà conto di quanto dovrebbe essere più sentito il suo “mea culpa” per gli errori commessi dal Pd, non tanto per le questioni interne al partito ma, soprattutto, perché i viterbesi si ricorderanno delle “tasse ciambellane” e di tutto ciò che il Pd di palazzo dei Priori non ha realizzato sino ad ora.
Il direttivo comunale di FondAzione