Abiti da sposa, abbigliamento da mare e intimo, borse, creazioni artistiche, accessori di qualità: c’è tutto questo e altro ancora nella serata conclusiva del Comitato per l’imprenditoria femminile che, all’Hotel Salus Terme, festeggia in grande stile un intenso anno di attività. Un appuntamento che si rinnova e che riesce, se è possibile, ad essere ancora più coinvolgente e attraente.
Sono le donne le assolute protagoniste dell’happening, organizzato con stile da Serenella Papalini, presidente e soprattutto anima del Comitato, una diretta emanazione della Camera di commercio di Viterbo, rappresentata nella circostanza dai massimi vertici: il presidente Domenico Merlani e il segretario Francesco Monzillo. Donne che lavorano (e spesso se lo sono addirittura inventato), donne che producono, donne che creano occupazione e che alla faccia della crisi e dei gufi (che anche nella Tuscia non mancano) vanno avanti a testa bassa. Donne non in cerca di guai, ma di un’affermazione completa nel mondo spesso maschile (e maschilista) delle imprese. Aziende che si fanno strada puntando sulla creatività, sull’inventiva e su una caparbietà che solo il genere femminile può mettere in campo insieme alla determinazione e alla voglia di non mollare mai. Pare di parlare di calcio, ma quando al termine sul palco si schierano tutte le protagoniste della serata e di un anno di attività, la squadra dà davvero la sensazione di essere potente e coesa (come si usa dire in queste circostanze). Il presidente Merlani, unico rappresentante del genere maschile, applaude e approva quando Serenella Papalini scandisce: “Gli uomini devono cominciare seriamente a preoccuparsi perché il livello dell’imprenditoria femminile è alto e continuerà ad elevarsi. State attenti: stiamo arrivando. Anzi in molti casi siamo già arrivate”.
Apericena a bordo piscina con i prodotti tipici del marchio Tuscia Viterbese e poi subito la kermesse, condotta da Laura Leo. Apre la Compagnia delle Lavandaie della Tuscia, che rievocano con i loro canti la fatica quotidiana di andare a lavare i panni nei fontanili. Il soprano Simonetta Chiaretti guida il gruppo di Bolsena (ma non solo) composto da giovani e meno giovani, tutte animate dal medesimo intento: tenere vive tradizioni popolari ad alto contenuto culturale. E c’è anche il tempo per un simpatico siparietto con il segretario Monzillo, coinvolto anche in un accenno di balletto finale.
Anche la rappresentanza istituzionale è, naturalmente, tutta al femminile: la vice sindaco Luisa Ciambella, la neo assessora Sonia Perà e la consigliera Daniela Bizzarri (l’assessore alla cultura Antonio Delli Iaconi se ne sta in prima fila, ma piuttosto in disparte). In sala anche l’attrice Maddalena Crippa che segue con attenzione e partecipazione le sfilate di moda: capi originali e di pregio, preparati dalla sapienti mani di artigiane di tutta la provincia di Viterbo. Luisa Ciambella premia Patrizia Conti che crea capi di abbigliamento anni ’70 con materiali riciclati. Riconoscimento anche per Azzurra Benedetti dell’associazione Gea, che proseguendo la tradizione di famiglia ha creato il bosco didattico di Sant’Egidio (già mille visite in meno di un anno di attività). E qui arriva la sorpresona: la Macchina di Santa Rosa attualmente in mostra all’Expo di Milano sarà smontata e portata in Cina per essere esposta lì. L’iniziativa, più che lodevole, è dell’associazione Gea.
Per le giovanissime modelle della Background Academy che indossano i capi preparati per l’occasione tanti applausi e consensi. Come pure meritati riconoscimenti vanno alle aziende e ai laboratori d’arte che presentano creazioni di notevole pregio. E in precedenza c’era stata anche la possibilità di una piacevole esperienza di musicoterapia proposta dall’associazione “Cura e cultura”. Tantissime le aziende presenti: Decor 2 Emme, Ceramica è fantasia, Antica legatoria Viali, Ceramica di Cirioni Anna, Viadotto ducale, Artistica, L’orlo di Munch, Segnali di moda, Atelier Silvia, Italia Garipoli, Dittamo, Paolelli Roberta, La maglieria di Falsetti, Tessuti e fantasia.
Si chiude in allegria e si pensa già all’anno prossimo. Nel frattempo, se ne può star certi, l’imprenditoria femminile crescerà ancora. Perché, come sottolinea la presidente Papalini, “noi siamo l’emblema della concretezza”. Parole sante e magari qualche politicante di casa dovrebbe prenderlo ad esempio.