“Esco a prendermi un caffè”. Affermazione pulita e lineare. Quotidiana, volendo, che però racchiude in sé un significato ben diverso dalle semplici parole. Assai più profondo e radicato.
Così si chiama il libro, prima opera assoluta, di Maria Grazia Fontana. Un volumetto da leggere tutto d’un fiato, seppur il tema centrale, scorrendo le pagine, si fa sempre più crudo. L’argomento principe infatti è quello dell’affido familiare. Che procede di pari passo con la disabilità. E, per entrare nello specifico, ecco la testimonianza di affido di una bimba disabile, contornato e impreziosito da brevi flash della vita dell’autrice e dell’handicap del fratello.
La storia, forte e dolce al contempo, racconta di due vite immaginate. Romanzata, partendo da dati reali, al fine di “voler superare il legame di dipendenza dal mondo dei cosiddetti ‘normali'”.
“È un inno all’amore e alla libertà – racconta la Fontana – Sono pagine scritte puntando alla leggerezza, sottolineando l’importanza di una presa di coscienza. E di come una semplice decisione, come quella di prendersi un caffè, appunto, può rappresentare, per chi non ne ha la possibilità, un momento di grande indipendenza”.
In pochi giorni la pagina Facebook dell’autrice viterbese è stata letteralmente presa d’assalto. Tante le testimonianze di solidarietà. Ancor più le persone che vorrebbero dibattere del tema, acquistare l’elaborato, spargere la voce. Se ne è interessata anche un’emittente televisiva.
A tal proposito comunque, ecco la presentazione ufficiale di “Esco a prendermi un caffè”. Martedì prossimo, il nove giugno, la stessa Fontana si presenterà ai curiosi di turno al Gran caffè Schenardi. Con lei Carmela Grassotti, Maria Irene Sarti e Angelo Russo. Coordina l’incontro Rossella Cravero. L’appuntamento è fissato per le 18. L’opera è curata dalla casa editrice locale “Sette città”.
L’affido familiare nel libro della Fontana
Martedì da Schenardi la presentazione di "Esco a prendermi un caffè"
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