L’unica certezza, allo stato dell’arte, è il numero degli assessori: saranno 7, due in meno rispetto al momento dell’inizio della verifica. Poi soltanto ipotesi, più o meno fondate, spesso interessate a seconda di chi sia l’interlocutore. Dunque, si torna agli schemi del calciotto, versione meno nobile del calcio a 11 e anche di quello a 5, ma spesso praticata a livello amatoriale poiché non esiste un campionato dedicato, almeno a livello federale. Nel giochino dei numeri e delle relative tattiche, spiccano un paio di soluzioni che sembrano avere maggiori possibilità di concretizzazione rispetto alle altre. Si parte dallo schema più conservativo e, per quello che ne sa, anche il più probabile: 3-2-2. Cioè 3 al Pd (Ciambella, Ricci e l’ingresso della Troncarelli), 2 ai civici (Saraconi e Barelli) e altrettanti esterni (Delli Iaconi e Vannini). La seconda formula è il 4-2-1 e prevederebbe un assessore in più ai democrat (ai nomi già citati si aggiungerebbe un esponente probabilmente di area renzian – panunziana), e l’uscita di un esterno (Delli Iaconi il maggiormente indiziato). Tale variante avrebbe il merito di venire incontro ad una doppia istanza rappresentata da quell’area fortemente critica verso l’amministrazione Michelini: avere una rappresentanza maggiore in Giunta (e quindi poterne più incisamente condizionare l’azione) e dimezzare di fatto il numero degli esterni.
Meno gettonate altre possibilità che riguarderebbero l’arrivo nella squadra di governo del civico Marco Ciorba, molto apprezzato per il suo lavoro alla Consulta del volontariato ma appartenente ad un’area già rappresentata dalla Saraconi, A meno che a lasciargli la poltrona non sia proprio l’attuale assessora, proveniente anch’ella da Oltre le mura. Tirando le somme, verrebbe da dire che ogni ipotesi possibile non toccherà Ricci, Ciambella e Vannini; su un gradino un po’ più basso Barelli (ma anche per lui non ci dovrebbero essere problemi). In bilico nell’attuale formazione Saraconi e Delli Iaconi, che peraltro non godono neppure di particolari appoggi nei gruppi consiliari che compongono la maggioranza. Almeno questo dicono gli spifferi provenienti da Palazzo dei priori.
Alla fine, però, deciderà il sindaco che ovviamente dovrà ascoltare le istanze di tutti e poi decidere di conseguenza, come ha sempre fatto e come peraltro il ruolo gli impone. C’è, peraltro, un passaggio politico non di secondaria importanza che va tenuto nel debito conto: domani, il segretario provinciale del Pd Andrea Egidi, il suo omologo dell’Unione comunale Stefano Calcagnini e il capogruppo Francesco Serra incontreranno il segretario regionale Fabio Melilli. Per un chiarimento, si dice nelle comunicazioni ufficiali; per la resa dei conti, digrignano i bene informati. Che cosa verrà fuori? Non è dato saperlo e neppure immaginarlo: certo, non è difficile immaginare un muro contro muro. Da una parte, Serra e la maggioranza del gruppo consiliare e dall’altra Calcagnini, forte di una segreteria comunale di nettissimo stampo fioroniano e in apertissimo contrasto con il resto della compagnia, che registra l’insolita saldatura tra renziani ed ex trinariciuti, capeggiati dal consigliere regionale Panunzi. Come andrà a finire, si vedrà a stretto giro di posta.