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Talete, scocca l’ora delle carte bollate

La Regione intima di cedere il servizio e ora 18 comuni della Tuscia ricorrono al Tar

Il sindaco di Montalto di Castro Sergio Caci

Il sindaco di Montalto di Castro Sergio Caci

Prima la diffida della Regione, poi la controdiffida inviata alla Pisana e rimasta senza alcun riscontro, adesso il ricorso al Tar. Il motivo del contendere è sempre lo stesso: l’intimazione di qualche mese ai Comuni dell’Ato 1 Lazio Nord Viterbo a cedere all’attuale soggetto gestore (Talete), le infrastrutture idriche di proprietà comunale. Storia che si trascina da tempo immemorabile e che è ben lontana dalla conclusione. E’ il sindaco di Montalto di Castro Sergio Caci, coagulando nell’iniziativa 18 amministrazioni comunali. Oltre la sua, ci sono Tuscania, Bassano in Teverina, Sutri, Bassano Romano, Orte, Cellere, Fabrica di Roma, Gradoli, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Monte Romano, San Lorenzo Nuovo, Vasanello, Villa San Giovanni in Tuscia, Vitorchiano, Latera, Gallese. Tutti insieme appassionatamente per opporsi alla Regione e a quelli che sono considerati veri e propri diktat.

“L’atto predisposto dai legali incaricati – scrive in una nota Caci – è lungo e articolato e affronta diversi aspetti: dal contrasto tra l’ingiunzione regionale e gli impegni dalla stessa Regione assunti con la Legge n. 5/2014 relativi all’istituzione degli ambiti di bacino idrografico (e contestuale costituzione dei relativi enti di governo), alla contestazione mossa nei confronti di Talete a diventare gestore unico, quale soggetto avente tutti requisiti (in particolare sotto il profilo dell’esercizio del controllo analogo) di società in house secondo l’orientamento comunitario. Non senza tralasciare la grave situazione economica finanziaria di Talete.  Aspetto questo, che confligge con una gestione del servizio improntata ai principi di economicità, efficienza ed efficacia”.

Nel ricorso, inoltre,  sono state formulate eccezioni di costituzionalità dell’art.7 del decreto “Sblocca Italia”, sotto un duplice profilo: sulla idoneità dello strumento del decreto legge per procedere alla modifica del Codice Ambiente (in quanto non vi erano i presupposti di estrema urgenza dichiarati dal Governo) e sul rispetto del riparto delle competenze legislative tra Stato e Regione.

E’ stata, infine, avanzata istanza di rimessione del giudizio innanzi alla Corte di Giustizia UE, per la valutazione della compatibilità delle nuove norme nazionali –in relazione al gestore unico- con l’art. 106 del Trattato TFUE.

Soddisfatto per la strada intrapresa, vista anche l’intesa raggiunta con gli altri Comuni della Provincia, il sindaco Sergio Caci: “Il servizio idrico integrato è tra i più importanti e delicati servizi pubblici locali che un Comune eroga ai propri cittadini. Per questo da parte di noi sindaci c’è la massima attenzione relativamente alle modalità di gestione dello stesso. Vogliamo mantenere una gestione efficiente, economica ed efficace del servizio. Ad oggi riteniamo che Talete non sia in grado di garantire ciò”.

L'assessore regionale Fabio Refrigeri

L’assessore regionale Fabio Refrigeri

“Si tenga presente – aggiunge – che con l’evoluzione e la differenziazione delle modalità di gestione dei servizi pubblici (e conseguente cambiamento di funzioni assunte dall’amministrazione comunale che è passata da soggetto gestore a soggetto controllore del servizio) si è modificata anche la capacità di valutazione del cittadini nei confronti del servizio erogato. In sostanza, non solo è finto il tempo del cittadino amministrato, ma oggi i cittadini non possono e non debbono più essere considerati neanche semplici utenti quanto piuttosto dei veri e propri clienti che meritano (e pretendono) un servizio all’altezza della tariffa che pagano. Pertanto non comprendiamo questa forzatura da parte della Regione nell’obbligarci a cedere le infrastrutture a Talete. Non tralasciamo il fatto che la prima ad essere inadempiente risulta essere proprio la Regione Lazio visto che non ha ancora dato seguito alla propria Legge Regionale n. 5/2014 relativamente all’individuazione degli ambiti idrografici. Il ricorso è solo il primo di una serie di iniziative che andremo ad intraprendere a tutela dei nostri cittadini. Siamo tutti uniti in questa battaglia e non ci fermeremo. Arriveremo sino alla Corte di Giustizia Europea, se necessario. E’ bene che di ciò la Regione Lazio ne prenda atto sin da subito”.

“Ricorrendo al Tar Lazio – conclude Caci – siamo convinti di aver fatto la scelta giusta, vista anche l’analoga iniziativa posta in essere dai Comuni della Provincia di Roma che sono stati diffidati, sempre da parte della Regione Lazio, a cedere le infrastrutture a Acea Ato 2. Colgo l’occasione per ringraziare i nostri legali Andrea Ruffini e Angelo Annibali (quest’ultimo chiamato anche a far parte del collegio difensivo dei Comuni della Provincia di Roma, vista la sua comprovata e riconosciuta competenza a livello nazionale in materia di servizi pubblici locali), i quali sin dal primo momento si sono messi a disposizione di noi sindaci con una attenzione e dedizione fuori dal comune”.

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