15112024Headline:

E se il basket cittadino ritrovasse l’unità?

Messe da parte le antiche rivalità, le società viterbesi potrebbero dar vita ad un progetto

Coach Calvani firma autografi ai ragazzi del Basket Murialdo

Coach Calvani firma autografi ai ragazzi del Basket Murialdo

Se ne era già parlato in passato (l’anno scorso in particolare). Ma poi, come spesso accade, non se ne era fatto nulla: antiche rivalità, contrasti (insanabili?), voglia di primeggiare a tutti i costi. Insomma tutte quelle cosette che nello sport dovrebbero trovare poco spazio e che invece a Viterbo (come in ogni altra latitudine) alla fine hanno il sopravvento. Se ne torna a parlare anche in queste settimane. E se il basket viterbese tutto (quello maschile e quello femminile) trovasse la maniera per mettere da parte gli egoismi e i particolarismi e desse vita ad un progetto comune? Non è una novità, ovvio, ma stavolta anche sulla scorta delle esperienze recentissime (la cancellazione della Fortitudo dal campionato di serie C è ancora ferita aperta e sanguinante) il progetto sembra camminare su gambe un po’ più solide.

I lati positivi sarebbero parecchi e non ci sarebbe neppure bisogno di elencarli perché sono sotto gli occhi di tutti. Innanzitutto, il lato economico che di questi tempi è tutt’altro che secondario. Mettere in sinergia le forze è motore di risparmio. Tanto per dire, magari lo stesso coach potrebbe allenare gli allievi di due squadre differenti. Che cosa ci sarebbe di strano o di male? Si risparmierebbe uno stipendio (pardon, rimborso spese) con risultati simili. E che dire della possibilità di utilizzare i giocatori di un’altra società? Sempre per dire, la Belloni (serie D maschile) potrebbe attingere senza particolari difficoltà tra gli under della Stella Azzurra (serie B maschile) come peraltro è già avvenuto nella stagione appena conclusa. E consistenti economie si potrebbero concretizzare nelle spese per l’affitto dei campi di allenamento. Tutte cosucce che pesano e non poco nei bilanci, sempre asfittici, delle varie società.

Vale la pena provarci con serietà e senza paraocchi. Già perché la prima (e forse unica) controindicazione è rappresentata proprio dalle beghe decennali e personali che tanti dirigenti si portano dietro. Messi finalmente da parte tutti questi inutili appesantimenti, si potrebbe cominciare a ragionare sul concreto. Perché questa è gente che, comunque, ha la palla a spicchi nel sangue.

Coach Angelo Bondi

Coach Angelo Bondi

Qui non si tratta di fondersi e/o di perdere la propria identità e la propria storia: ogni club continuerebbe a chiamarsi col suo nome, disputerebbe il torneo di competenza, ma magari invece di 3-4 squadre di juniores, ce ne sarebbe una sola capace però di fare la voce grossa dappertutto. E un ragazzo di buone qualità e di fondate prospettive non avrebbe bisogno di andare a farsi le ossa altrove, perché invece potrebbe giocare con continuità in un campionato tosto e qualificante come la serie B. Concetti e ipotesi che però hanno bisogno di concreti passi avanti: alla fine, continuando a curare soltanto il proprio orticello, si rischia solo di non vederlo fiorire.

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