Visto che si parla di acqua è facile pensare ad una marea che monta. E che monterà ancora di più nei prossimi giorni, se l’inerzia verrà confermata. Per ora sono in sei ad avere aderito subito all’iniziativa di FondAzione, l’associazione culturale viterbese nata da poco. Sei imprenditori del capoluogo e della provincia (uno viene da Vetralla, uno da Monte Romano: segno che anche l’hinterland è sensibile alla questione) che vogliono vedere riconosciute le loro ragioni dopo aver subito le conseguenze – economiche e non solo – dell’arsenico nell’acqua. Ma molti altri hanno telefonato, hanno chiesto informazioni, si sono presi un po’ di tempo per riflettere. Ma l’iniziativa ha fatto colpo perché, soprattutto tra gli imprenditori, i sacrifici sono stati onerosi.
Sarà l’avvocato Luigi Padovan a tutelare i diritti di questi commercianti e degli altri che si accoderanno nei prossimi giorni, e lo farà davanti al giudice legale: la prima udienza è fissata per maggio. Padovan intenderà chiedere i danni alla Regione, alla Provincia, al ministero dell’Ambiente e alla Talete, la società di gestione idrica.
“Siamo soddisfatti dei primi riscontri che sta avendo questa iniziativa – commentano da FondAzione – giacché, oltre ai sei che hanno già aderito formalmente, abbiamo ricevuto tante telefonate sin dalla presentazione della nostra idea. Segno che abbiamo toccato un tasto sensibile, ed è meglio così: più siamo e più la nostra azione di tutela acquisterà forza”. D’altronde, per risolvere il problema dell’arsenico i commercianti (tutti o quasi proprietari di piccole imprese a gestione famigliare) hanno dovuto fronteggiare costi importanti. I dearsenificatori, obbligatori, hanno un prezzo non indifferente, che è andato a gravare sulle casse delle imprese in un periodo già di crisi dura. E il fatto che le istituzioni, dopo aver ignorato la questione per anni, non abbiano aiutato in alcun modo i commercianti completa il quadro e aumenta la voglia di rivalsa degli imprenditori. Sempre che il giudice decida di dar loro piena ragione Di certo sarebbe un importante precedente per tutti: un’azione legale dallo spiccato senso civico che aiuti per una volta l’iniziativa privata di piccole dimensioni, i cittadini comuni, che spesso sono il vero motore dell’economia e che dovrebbero essere supportati, e non vessati. L’avvocato Padovan aveva spiegato anche come l’azione miri, oltre al risarcimento delle somme spese, ad una riduzione sulle bollette dell’acqua “dal momento che – aveva sottolineato – il servizio, per il quale i nostri clienti hanno sottoscritto il contratto con la Talete Spa, è a dir poco ridotto. Recenti sentenze del Tar di Roma hanno accolto le posizioni delle associazioni di consumatori, costituendo così un precedente specifico in materia”