15112024Headline:

“Stipendi in ritardo a Villa Buon Respiro”

Cgil, Cisl e Uil: "La proprietà della clinica accreditata non spiega neanche il perché"

Mario Malerba (Cisl) e Antonella Ambrosini (Cgil) con Nicola Zingaretti

Mario Malerba (Cisl) e Antonella Ambrosini (Cgil) con Nicola Zingaretti

Ancora incertezza tra il personale di Villa Buon Respiro, ancora proteste. La struttura sanitaria viterbese – all’avanguardia per una serie di terapie riabilitative e percorsi di cura per pazienti particolari – torna a vivere giorni tribolati. Lo denunciano i tre rappresentanti dei maggiori sindacati, Cgil, Cisl e Uil rispettivamente con Antonella Ambrosini, Mario Malerba e Lamberto Mecorio, che hanno partecipato venerdì scorso ad un’assemblea con gli oltre cento dipendenti della clinica.

Il problema è sempre quello, il ritardo con cui vengono pagati gli stipendi da parte della proprietà, il gruppo San Raffaele: “Un ritardo grave, che pesa inesorabilmente sui lavoratori – dicono i sindacati in una nota congiunta – senza che tra l’altro la dirigenza fornisca tempestivamente motivazioni. Il fatto è ancora più grave visto che la struttura è ormai accreditata regolarmente con la Regione e viene remunerata da essa in modo costante per le prestazioni che offre”. L’accreditamento in effetti risale alla scorsa estate, e sembrava aver messo fine a tutti i timori per un’eventuale – quanto più volte ventilata – chiusura di Villa Buon Respiro, che aveva dato vita ad una vera e propria mobilitazione generale da parte degli stessi dipendenti, dei sindacati e anche degli amministratori locali.

Evidentemente però il passaggio non è servito a riportare serenità e regolarità tra il personale, che continua a percepire gli stipendi in ritardo e che già lo scorso gennaio se ne erano, a ragione, lamentati. Di qui l’assemblea dei giorni scorsi, che ha generato un appello da parte dei rappresentanti dei lavoratori: “Come sindacati chiediamo alle istituzioni locali e regionali un intervento forte verso la dirigenza del gruppo San Raffaele al fine di tutelare l’utenza, la continuità assistenziale e la regolare retribuzione dei lavoratori”.

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