“Passata la festa, gabbato lo santo”, recita un vecchio adagio. Perfettamente adattabile alla situazione politico – amministrativa di Viterbo. Digeriti la colomba e l’agnello pasquali, in archivio il proficuo incontro con la delegazione di Avignone e la presentazione del dossier per la candidatura a capitale italiana della cultura, ecco che si torna alla quotidianeità. Che parla di un paio di impegni di rilevante portata. Già domani alle 11,30 è convocata la conferenza dei capigruppo a Palazzo dei priori che dovrà stabilire date e ordine del giorno dei prossimi consigli comunali.
Sul tavolo la faccenda sempre scottante della possibile decadenza dei consiglieri comunale Francesco Moltoni e Maurizio Tofani. Tema spinoso e controverso, nel quale neppure il parere espresso dal ministero degli interni è riuscito a mettere un punto fermo. Se e quando la questione approderà in Sala d’Ercole, se ne vedranno delle belle. L’opinione prevalente continua ad essere quella di lasciare l’aula al momento del voto: posizione bipartisan che coinvolge sia la maggioranza che l’opposizione. Con il conseguente e consistente rischio di mancanza del numero legale necessario per rendere valida la votazione. Il rischio, paventato dai più, è che qualunque sia l’atteggiamento si vada incontro a conseguenze non lievi sul piano della responsabilità personale. Se, infatti, si scegliesse la strada della decadenza, ci sarebbe sempre da attendere il responso della Corte di cassazione che potrebbe pure decidere di capovolgere i verdetti espressi in primo e secondo grado. E quindi i diretti interessati potrebbero chiedere i danni. Ma anche l’atteggiamento opposto, cioè tergiversare ancora e/o non dichiarare la decadenza, potrebbe suscitare le ire della Corte dei conto che potrebbe accusare i colpevoli di omissione. Una brutta gatta da pelare da qualunque part la si consideri, sia per la Giunta che per la maggioranza, della quale sia Tofani che Moltoni fanno parte, essendo stati eletti con Oltre le mura, la lista del sindaco.
Intanto Michelini e gli assessori hanno il compito di licenziare e entro il 15 aprile il bilancio, in modo che possa essere approvato dal Consiglio entro il 31 maggio. Anche se è probabile che ci possa essere uno slittamento. E qui, viste le note ristrettezze, bisognerà andarci con i piedi di piombo. Ci sono tagliare un paio di milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai 3 già risparmiati lo scorso anno. Il vice sindaco e assessore al bilancio Luisa Ciambella ha già avuto modo di spiegare a Viterbopost che si opererà sicuramente sul costo dei ticket della mensa scolastica: non più 3 euro per tutti indistintamente, ma costo proporzionato alle effettive capacità contributive di ogni singola famiglia. Già questa operazione permetterà di risparmiare circa 500mila euro; un’altra somma simile sarà recuperata attraversato tagli e taglietti qua e là. Resta da trovare un milione tondo tondo. L’ipotesi che si sta facendo strada è che si metta mano all’addizionale Irpef comunale, proprio in base al principio di equità sociale: chi ha di più, deve pagare di più. Provvedimenti sicuramente non popolari, sui quali sarà necessario il massimo di condivisione per evitare problemi in aula. L’opposizione affila le armi, ma anche in maggioranza non è che le acque siano particolarmente tranquille.