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Viterbo-Avignone, matrimonio da papi

La visita della delegazione provenzale a Palazzo dei priori

L'incontro a Palazzo dei Priori tra la delegazione di Avignone e quella di Viterbo

L’incontro a Palazzo dei Priori tra la delegazione di Avignone e quella di Viterbo

Per conoscersi, si cono conosciuti e hanno avuto anche il tempo per fidanzarsi, visto che dopo l’incontro in campo neutro a Siena, la trasferta del sindaco Michelini e dell’assessore Delli Iaconi in Francia, adesso (come si usa nelle buone famiglie) è toccato ai transalpini ricambiare con un’intensa full immersion in terra di Tuscia. Già, perché il gemellaggio Viterbo – Avignone comincia a concretizzarsi (se ne cominciò a parlare già dagli anni Cinquanta). E non solo sulla base delle presenza di un palazzo dei papi o degli affreschi dipinti dal pittore Matteo Giovannetti nei saloni della residenza dei pontefici in Provenza. Non può bastare questo a sancire un’unione che invece deve basarsi sì sulle comuni origini, ma anche sulle affinità (culturali, produttive, economiche) tra due città che, uniche in Europa, possono vantarsi di aver ospitato i papi. Oltre naturalmente Roma.

E allora conoscenza, fidanzamento e il prossimo passo sarà il matrimonio. Con un obiettivo: mettere a frutto le reciproche affinità, cogliendo aspetti che uniscano e facciano crescere le rispettive municipalità. Le amministrazioni comunali fungono da raccordo di tutte le iniziative che vedranno protagoniste le camere di commercio e le università. “Ad Avignone – confida il sindaco Michelini – sono rimasti particolarmente colpiti dalla presenza di un’importante facoltà di agraria nell’ateneo della Tuscia e si sono messi già al lavoro. L’altro giorno c’è stata una videoconferenza e ieri c’è stato un incontro con il rettore Alessandro Ruggeri. Questi sono i temi concreti su cui trovare importanti punti di incontro. Di sicuro il gemellaggio non è e non sarà un’indicazione di cui fregiarsi sui cartelloni stradali”. Primo terreno di confronto dunque è il mondo accademico, ma c’è molto altro. A cominciare dalle affinità in campo agricolo: in Provenza, come a Viterbo, si coltiva la vite (sono più avanti i transalpini), la lavanda (con risultati decisamente migliori) e anche l’ulivo (e qui siamo in vantaggio noi). Perché non mettere in sinergia questi aspetti cercando di trarne reciproci vantaggi?  E allora ecco il summit tra i due presidenti delle camere di commercio: Domenico Merlani e Francois Mariani (alias Francesco Mariani, emigrato dall’Italia a 11 anni e ora a capo di una struttura con 28mila aziende associate). “Abbiamo molto da fare – dice Mariani – ma abbiamo le stesse sensibilità e partiamo da obiettivi comuni: università, agricoltura, turismo e enogastronomia sono i cardini sui quali lavoreremo”. “Non solo – aggiunge Merlani – ma a noi sta molto a cuore l’estrazione e la lavorazione del peperino, la nobile pietra vulcanica caratteristica delle nostre zone”: A proposito, ad Avignone invece si estrae e si lavora il travertino, una pietra calcarea, con cui è costruito il palazzo papale nel quale lavorò Matteo Giovannetti. “Proprio una mostra dedicata a questo illustre viterbese – chiosa il sindaco Leonardo Michelini – potrebbe costituire l’evento d’apertura del gemellaggio vero e proprio.  Intanto entro l’1 settembre presenteremo il progetto all’Unione europea. Se tutto andrà bene, come mi auguro, l’idea sarà anche finanziata con 15mila euro”.

Il sindaco Leonardo Michelini e il vice sindaco e  assessore alla cultura di Avignone Jacques Montagnac

Il sindaco Michelini e il vice sindaco e assessore alla cultura di Avignone Jacques Montagnac

“Vogliamo avvicinare due città uniche al mondo – conferma il vice sindaco e assessore alla cultura Jacques Montagnac -. Avvicinarle sul piano economico e culturale. Avevo portato con me lo schema di convenzione tra le due università, ma la valigia è andata persa a Roma. Ma la firma è solo rinviata. Stiamo lavorando anche su scambi musicali e teatrali”. L’omologo viterbese Delli Iaconi annuisce sornione: Avignone, infatti, è sede di un importantissimo festival di teatro (tra i più famosi in Europa) e Viterbo può offrire uno splendido palcoscenico come Ferento che, non a caso, è stata una delle mete della delegazione francese, insieme al palazzo dei papi, al teatro dell’Unione e ad un’azienda dove si lavora il peperino, con un’immancabile tappa dal rinnovato e prestigioso Gran Caffè Schenardi.

In camera di commercio, oltre agli incontri istituzionali tra i presidenti e con una delegazione di imprenditori, anche la sosta per il pranzo. Tipicamente viterbese visto che è stata offerta la colazione di Pasqua con tanto di coratella, torta (salata e dolce), carciofi e tutto il resto. Menu particolarmente gradito dalle delegazione d’Oltralpe. Il tutto sotto la benedizione della dottoressa Albergati, vice console generale a Marsiglia che sovrintende all’intera operazione: “L’idea – ricorda – era nata nell’ambasciata a Parigi, si è sviluppata nel consolato ed ora si sta concretizzando con questi frequenti contatti. Sono fiduciosa perché che ci si sta muovendo su una linea di unione e di integrazione di respiro europeo ed umanistico. Sì, la strada è quella giusta”.

Insomma, superata la fase della conoscenza, concluso il fidanzamento, è il momento del matrimonio: per ora, siamo alle promesse. Che sono ottime, abbondanti e concrete. Forse è già il caso di prenotare il salone per il ricevimento.

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