Il Movimento Cinquestelle si chiama fuori. Alle prossime elezioni provinciali i 10 consiglieri comunali della Tuscia chiamati ad esprimersi, non voteranno. “Per noi – commenta l’esponente viterbese Gianluca De Dominicis – si tratta di un’elezione senza senso. Già non avevamo mai preso posizione quando si eleggeva il presidente a suffragio universale. Adesso non ha proprio senso. Sono i politici ad eleggere un altro politico. Come dire: se la cantano e se la suonano tra loro”.
I pentastellati erano e sono comunque favorevoli ad un’abolizione. “Assolutamente sì, ma ad un’abolizione vera e reale – aggiunge De Dominicis -. Noi pensiamo che le competenze e le mansioni delle Province possano essere concretamente assorbite dai Comuni e dalla Regione, ma questa via di mezzo non ci convince. E’ vero che gli eletti non avranno diritto ad alcun tipo di assegno, ma è anche vero che alcune competenze (non di secondo piano) rimarranno gestite da Palazzo Gentili. E allora che razza di abolizione è? E non possono esprimersi neppure i cittadini… No, noi non ci stiamo”.
Sono 10 complessivamente i consiglieri comunali del Movimento Cinquestelle che dovrebbero votare: 4 a Canepina, 2 a Monterosi, 1 a Viterbo, Tarquinia, Tuscania e Civita Castellana. Nessuno di loro ritirerà la scheda. “E’ un meccanismo che non ci piace – sentenzia De Dominicis – e che non condividiamo per cui ne restiamo fuori”.
C’è un altro tema che sta a cuore al consigliere del Movimento Cinquestelle ed è quello riguardante la candidatura di Viterbo a capitale italiana della cultura. “E’ sicuramente un fatto importante per tutta la città – spiega il consigliere comunale viterbese – ma come al solito la vicenda è stata gestita malissimo. Addirittura il sindaco non solo ha scelto lui i membri della commissione, ma ha addirittura indicato chi dell’opposizione dovesse farne parte. Non si agisce così. Il fatto è che Michelini ha una concezione assai particolare del suo mandato: è convinto che essere stato eletto gli dà per cinque anni potere assoluto, senza ascoltare nessuno che potrebbe magari anche avere qualche idea migliore. Noi non siamo d’accordo e per questo riteniamo che il percorso seguito non sia stato il migliore, anzi… Non aver tenuto conto delle realtà cittadine è stato un altro errore. Ripeto ciò che ho già affermato prima: se l’è cantata e se l’è suonata da solo. Faccia pure: noi restiamo fuori”.