Altro che giardinetti o partite a carte. Si può invecchiare continuando a dare il proprio apporto alla società ? Si può, anzi si deve. E’ il senso di una proposta di legge di iniziativa popolare presentata in Regione Lazio da Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil del Lazio, Cgil, Cisl e Uil del Lazio con le associazioni di volontariato Auser, Anteas, Ada: “Norme a tutela della promozione e della valorizzazione dell’invecchiamento attivo” è il nome della proposta di legge. Gli obiettivi? Integrare, coordinare e implementare tutti gli interventi finalizzati a riconoscere il ruolo della persona anziana nella comunità e la sua partecipazione alla vita sociale, economica e culturale, promuovendo e valorizzando l’invecchiamento attivo della popolazione over 60. La legge è in linea con quanto sostiene lo Spi-Cgil Viterbo, che da sempre chiede un miglioramento e un aumento dei servizi sociali rivolti agli anziani per garantire aggregazione e socializzazione, per contrastare la solitudine e favorire la socialità.
“Assicurare una dignitosa assistenza agli anziani, a chi è solo, a chi non trova in famiglia la possibilità dell’attenzione ai suoi bisogni, è necessario – sostiene con forza Marisa Roberti, segretaria provinciale dello Spi-Cgil Viterbo – si tratta di una vera e propria emergenza sociale, i tagli ai Comuni hanno reso insostenibile la condizione dell’anziano che è diventato per la società un peso, piuttosto che una persona. Si può fare di più e la proposta di legge è un primo passo”.
“Con questa proposta la figura dell’anziano viene valorizzata come risorsa per la collettività – aggiunge Marisa Roberti -. In questi anni non si è investito abbastanza sul benessere degli anziani. Nonno è un termine spesso utilizzato per caratterizzare gli anziani, anche quelli più disabili; ma dobbiamo ricordare che questa parola esprime affettività, custodia, educazione, cioè un ruolo di grande rilevanza sociale che presuppone anche la buona salute e l’autosufficienza. La vita diventa più complessa nella terza età, diventa difficile trovare nuovi valori e ottenere gratificazioni dalla vita di ogni giorno; è noto che la partecipazione è cruciale per salute, longevità e benessere. L’anziano, se nonno, può apprezzare a lungo la vita che vede continuare nei nipoti e a volte anche nei pronipoti quindi può percepire la continuità della vita, compiendo atti d’amore e di dedizione profonda. Il quadro e le prospettive però cambiano assai se il “nonno” è fragile, malato e diventa un problema per i famigliari. Per la sua permanenza a casa sono necessarie cure ed assistenza per le quali la famiglia è spesso sola e impreparata. In questo modo fra le generazioni si creano distanze ed incomprensioni, e così lunghi periodi della vita possono trascorrere con disagi tanto grandi che la morte non è più il male peggiore”.
Dalla prossima settimana partirà la raccolta delle firme. I segretari generali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Lazio, Cgil Cisl e Uil regionali e le associazioni di volontariato Auser, Anteas e Ada puntano a raccogliere 20mila firme, in quanto ritengono che l’argomento incontri l’interesse di tutti, non solo degli anziani.
“L’anziano come risorsa è indubbiamente un’enunciazione condivisibile ma se non accompagnata da misure appropriate rischia di restare uno slogan privo di significato – conclude Roberti – la proposta di legge vuole dare una risposta concreta per tutelare e migliorare le condizioni di vita degli anziani e delle loro famiglie, in particolare di quelli più fragili, per garantire socialità e relazione per gli anziani e per affrontare adeguatamente situazioni che spesso generano sofferenza e disagio”.