Da Silvano Olmi riceviamo e pubblichiamo:
Egregio Direttore,
stamattina mi sono recato alla sede dell’Avis di Tarquinia, che si trova all’interno dell’ospedale, per concordare con il presidente Francesco Amerighi la realizzazione di una mostra per celebrare il 40° anniversario della sezione tarquiniese dei donatori di sangue, fondata nel novembre 1975.
Purtroppo, invece della “festa dell’Avis” mi sono reso conto che quest’anno si preparano a fare “la festa all’Avis”. Infatti, alcuni giorni fa, una commissione ha effettuato un controllo della struttura per la raccolta del sangue, al fine di accertare l’esistenza dei requisiti previsti dalle leggi attuali. La verifica ha avuto un esito negativo e la struttura trasfusionale rischia la chiusura a partire dal 30 giugno prossimo.
Mentre i requisiti tecnologici e organizzativi mancanti e giustamente segnalati dalla commissione possono essere facilmente rimediabili, quelli strutturali non dipendono certamente dall’Avis. Infatti, da alcuni anni è stata promessa una nuova sistemazione dell’unità di raccolta sangue in altri locali dell’ospedale, ma questo non è mai avvenuto.
Mi domando: se non sono idonei i locali dove si effettuano le donazioni, come possono essere idonee altre stanze dell’ospedale, ad esempio quelle che ospitano l’attiguo pronto soccorso?
Nonostante tutto, l’Avis di Tarquinia continua diligentemente ad operare: ha acquistato varie attrezzature e ha accantonato da tempo la ragguardevole cifra di 14mila euro per l’acquisto di arredi e allestimenti per i nuovi locali che ancora non le sono stati consegnati.
L’Avis di Tarquinia conta 397 soci, che nel 2014 hanno donato alla comunità 628 sacche di sangue. Compresi i donatori provenienti dai paesi vicini, in totale l’anno scorso le donazioni di sangue sono state 772. In 40 anni di attività, l’Avis di Tarquinia ha raccolto 39.628 flaconi di sangue che sono serviti ad alleviare le sofferenze di centinaia di persone e a salvare delle vite umane.
Questo patrimonio di generosità non può andare perduto. Per questo, egregio direttore, tramite la testata giornalistica da lei diretta mi permetta di lanciare un appello al commissario straordinario della Asl di Viterbo dottor Luigi Macchitella, al direttore sanitario dell’ospedale di Tarquinia dottor Franco Bifulco e ai consiglieri regionali eletti nella nostra provincia, Blasi, Panunzi, Sabatini e Valentini, affinché siano assegnati all’Avis i nuovi locali promessi e l’associazione possa effettuare tutte le migliorie strutturali, organizzative e tecnologiche per consentire il proseguo dell’attività associativa e a noi volontari di donare il sangue nella massima sicurezza.
Silvano Olmi, donatore Avis Tarquinia