Detto addio all’aeroporto low cost, ora si spera nella superstrada low cost che, per dirla con un banale gioco di parole, comincia a farsi strada. La trasversale Orte-Viterbo-Civitavecchia è veramente a un bivio: le due città che vantano, a livello etimologico, lo stesso nome (vetus urbs), sono consapevoli che, o il progetto dell’ultimo tratto della direttrice dei due mari dimagrisce, o bisogna intonare il De Profundis a un’opera che, da oltre un trentennio, viene considerata fondamentale per la crescita e lo sviluppo dei due territori.
Due progetti. “Quello originario – spiega Giammaria Santucci, assessore provinciale alla Viabilità – tra Monte Romano e l’innesto dell’Aurelia nei pressi delle città costiera comporta un spesa di circa 740 milioni di euro. Quello rivisitato, prevede un tracciato alternativo e più breve (11 km. rispetto ai 18 del precedente) che corre lungo la bassa valle del Mignone, riduce i percorsi in galleria, presenta un solo viadotto, non confligge con le aree archeologiche. E, soprattutto, abbatte i costi di circa due terzi, per cui il conto finale si ferma a 250 milioni”.
Assenso di massima. E’ arrivato prima di Natale, in un summit che ha impegnato Regione, Anas, Provincia di Viterbo, comuni di Tarquinia, Civitavecchia, Monte Romano, Autorità del porto, ministero dei Beni e le attività culturali. E adesso, come si pensa di andare avanti? “Intanto – aggiunge Santucci – bisogna ritirare il progetto da 740 milioni dal Cipe (comitato interministeriale programmazione economica), quindi ragionare sulle modalità di applicazione del project financing, sia per l’elaborazione del progetto che della sua realizzazione, partendo dal fatto che senza l’apporto dei privati il completamento è rimandato alle calende greche”.
La benedizione del progetto low cost. E’ stata già impartita dal sindaco di Civitavecchia Piero Tidei, che vede il coinvolgimento “dei privati interessati ai traffici portuali che troverebbero attraverso l’arteria un collegamento ai grandi corridoi europei del traffico delle merci”. Per non parlare di Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità del porto, che lo scorso dicembre, ospite dell’assemblea della Federlazio viterbese capitanata da Rino Orsolini, non aveva evitato di affermare: “La superstrada è la priorità. Ci faremo carico del costo del progetto low cost. Abbiamo già costituito una società apposita e abbiamo comunicato la decisione al ministero per le Infrastrutture. Se ci fosse, come io auspico, la convergenza di tutti gli enti interessati sul progetto alternativo, la Trasversale potrebbe essere ultimata in pochi anni, tre, massimo quattro”. Lo stesso Rino Orsolini non tace che per la sua organizzazione la superstrada “è la priorità delle priorità. Siamo stanchi dei libri di sogni, vogliamo i libri della concretezza e dell’immediatezza”.
Concretezza e immediatezza che sono perseguibili con una santa alleanza tra Civitavecchia e Viterbo, che potrebbero portare in dote i rispettivi punta di forza: da un lato il porto (ormai diventato il più grande del Mediterraneo, sia sul versante del movimento merci che delle navi da crociera), dall’altro il patrimonio storico-archeologico, i prodotti tipici e le eccellenze agro-alimentari.
Turismo ovvero tanti luoghi comuni. Spazzati via, sempre nella serata apparecchiata dalla Federlazio, da Orsolini e da Pasqualino Monti che di fronte alla classe dirigente viterbese non hanno avuto remore a rilevare che il re è nudo. Parola a Orsolini: “Il turismo a Viterbo è al di sotto della media nazionale, nonostante il territorio sia ricchissimo di beni culturali, bellezze naturali, attrazioni enogastronomiche. La mancanza di infrastrutture, però, gli impedisce di attrarre la grande massa di turisti che sbarca dalle navi da crociera al porto di Civitavecchia, che nel 2012 ha superato quello di Barcellona”. Parola a Monti. “’Mancano le infrastrutture, ma c’è anche carenza di iniziative. Non è stato creato alcun percorso enogastronomico, non c’è un itinerario culturale attrezzato. Dal punto di vista dell’attrattività è il deserto. Se si riuscisse a dirottare anche il 5% dei 2,6 milioni di turisti da Civitavecchia a Viterbo sarebbe una svolta”.
Già, la svolta. Ma chi è in grado, non solo di sognarla, ma anche di compierla?