Valorizzare la figura dell’educatore di asilo nido. Valorizzarla e riconoscerla come figura professionale. Un impegno che facciamo nostro. Un impegno per progettare insieme il futuro.Lo ripeto adesso, a seguito della conclusione del Corso di formazione per educatrici di Asilo nido “A piccoli passi” organizzato dal’associazione Nidinsieme di Viterbo.
Il significato del corso è di formare educatori competenti in grado di accompagnare i bambini nel loro percorso di crescita, stando a fianco alle famiglie. E voglio ringraziare l’associazione, tutte le educatrici e la dottoressa Elisa Calabrò per la grande competenza con cui è stato realizzato.
Il corso di formazione, che si è svolto da ottobre 2014 a marzo 2015, ha approfondito diverse tematiche afferenti al percorso educativo dei bambini dai 0 ai 3 anni, come il gioco nella relazione educativa con bambini in età prescolare, le alleanze e la continuità educative ma anche l’identificazione precoce di autismo e dislessia.
Centotrenta attestati di partecipazione evidenziano la passione e la precisa volontà da parte dei giovani educatori di conoscere e formarsi. Fondamentali anche l’identificazione della disabilità e il riconoscimento precoce della problematica. E questo può avvenire solo se l’educatore di asilo nido, oltre ad essere adeguatamente formato, è riconosciuto anche come figura professionale.
Nel corso dell’evento sono intervenuti alcuni dei docenti del corso, come Rosa Maria Purchiaroni, coordinatore pedagogico degli asili nido comunali e convenzionati di Viterbo, e gli psicologi Pietro Cecchetti e Lorena Bracaglia.
Un impegno, quello a sostegno dell’infanzia da parte della Regione Lazio che ha recentemente visto la pubblicazione di un avviso pubblico regionale con un investimento di un milione di euro per il potenziamento della rete dei servizi per l’infanzia e lo sblocco immediato di oltre 650 nuovi posti per i bambini. Finanziamenti destinati alla copertura di spese come l’abbattimento delle rette mensili, il costo del personale (esclusi i dipendenti pubblici), i costi di gestione del servizio esterno, il costo delle utenze, il servizio mensa, la pulizia, i piccoli lavori di completamento, l’acquisto di materiale didattico o di arredi, le attrezzature per il personale.
Fondi pubblici che puntano anche a rispondere all’esigenza di quelle famiglie che hanno bisogno di iscrivere il loro bambino al nido ma restano bloccate in lista d’attesa.