La regina è Donatella, come l’anno scorso. Donatella, nel senso dell’onorevole Ferranti, deputata originaria di Tarquinia, in forza al Partito democratico e presidente della commissione giustizia della Camera, ma anche la più ricca della pattuglia di parlamentari viterbesi. Dei quali ieri sono state diffuse – come sempre, da quando sono entrate in vigore le norme sulla trasparenza – le dichiarazioni dei redditi per l’anno 2014 (e quindi relative al 2013).
E prima che si accendano i più biechi istinti populisti, uniti alla cara vecchia curiosità di andare a spulciare tra gli affari degli altri, un paio di premesse.
Primo: tutti e sette i portacolori della Tuscia nel sancta sanctorum della democrazia italiana (si fa per dire) hanno dichiarato di più rispetto all’anno precedente. Vale per quelli alla prima legislatura (eletti a febbraio del 2013) e che in precedenza dunque non avevano uno stipendio da parlamentare, ma vale anche per i veterani dell’aula e dei palazzi del potere. E dunque: un’Alessandra Terrosi (Pd) ha dichiarato guadagni del 150 per cento circa superiori all’anno precedente, meglio ancora ha fatto Alessandro Di Battista (Movimento Cinque Stelle, civitonico di nascita), col 2400 per cento circa in più, ma anche un Giuseppe Fioroni (Pd), può comunque vantare un aumento del 3 per cento circa. Insomma, a dire che a fare il deputato non ci si impoverisce non si commette peccato di demagogia ma si citano solo i numeri.
Seconda premessa. Per i due parlamentari del Movimento Cinque Stelle andrebbero tenute in considerazione le regole di restituzione che lo stesso gruppo ha adottato: una parte dello stipendio, cioè, torna al partito di Grillo, finisce in un fondo e da qui viene ridistribuito per lo sviluppo delle piccole e medie imprese.
Lette attentamente le avvertenze, ecco nel dettaglio.
Donatella Ferranti, si diceva, alla seconda legislatura per il Partito democratico, straccia tutti i conterranei viterbesi, lei che è di Tarquinia, avendo dichiarato 154.454 euro di imponibile per l’anno fiscale 2013. Nel 2012, sempre da deputato, il suo modello unico diceva 147.315.
Subito dietro si piazza il veterano dei parlamentari viterbesi, quel senatore Ugo Sposetti giunto alla quinta legislatura tra Camera e Palazzo Madama: Sposetti è passato dai 93.393 euro dichiarati per il 2012 ai 114.676 del 2013.
Terzo classificato è Giuseppe Fioroni, cinque legislature da deputato, oltre ad essere stato anche ministro alla Pubblica istruzione durante il secondo Governo Prodi. L’ex sindaco di Viterbo ha dichiarato 107.775 euro, qualcosina in più rispetto al 2012, quando aveva guadagnato 103771 di reddito imponibile. Per Fioroni anche qualche variazione patrimoniale, puntualmente registrata sulla scheda di autocertificazione anche se coperta dalla sacrosanta privacy.
E veniamo alla pattuglia dei “nuovi”, cioè quei deputati che con la dichiarazione pubblicata ieri rendono pubblici i loro primi guadagni da quando sono arrivati in Parlamento. E il salto di qualità – e di introiti – si vede. Per esempio Alessandra Terrosi, 48enne deputata del Pd da Acquapendente: nel 2012, quando ancora non era stata eletta, aveva dichiarato 35.954 euro, oggi può vantare un reddito imponibile di 85.040, un aumento di poco inferiore al 150 per cento, dunque. E nel frattempo, per la cronaca, la Terrosi ha anche rottamato la sua vecchia Mercedes 200 C per prendersi una più ecologica Renault Captur.
Idem per il “gemello” Alessandro Mazzoli, classe 1972, già presidente della Provincia. Mazzoli è passato dai 54.370 euro del 2012 agli 86.989 di imponibile nella dichiarazione del 2013.
Più ancora risalta agli occhi il balzo dei Cinque Stelle. Il civitonico Alessandro Di Battista, 37 anni da compiere ad agosto e uno dei leader del Movimento, è passato dai 3.176 euro dichiarati nel 2012, quando non era ancora deputato, ai 78.730 del 2013. Per un incremento del 2400 per cento circa. Una curiosità: nello stato civile Dibba si definisce “libero”, anche se una volta si diceva “celibe” e forse un domani si dirà “stopper”. Le sue ammiratrici, comunque, prendano nota.
Meno clamorosa, ma sempre sensibile, la crescita del collega di partito, il vetrallese Massimiliano Bernini, passato in un anno dai 13.930 euro del 2012 agli 83.958 del 2013.