Maurizio Ianni è il nuovo allenatore della Viterbese, e speriamo che sia quello giusto. Perché qui c’è da affrontare ancora un bel pezzo di stagione regolare, e poi i playoff, ma mica per partecipare e basta. L’avventura di Fabrizio Ferazzoli era finita già la scorsa settimana, dopo la smusata casalinga contro il Cyntnhia e, prima ancora, dopo l’assalto fallito alla capolista in quel di Rocca Priora. Paga i risultati, l’allenatore romano, ma anche alcune incertezze – sia detto con la massima tranquillità e rispetto – nella gestione degli uomini a disposizione. A partire dall’undici titolare, cambiato tante, troppe volte, anche quando non se ne vedevano francamente le ragioni.
Ianni, allora, e benvenuto. Oggi ci sarà l’annuncio ufficiale. Quarantuno anni (è del 1974, come Vincenzo Montella, ma anche come Sandro Conticchio…), aquilano doc, ex difensore centrale sui campi di serie D, in Abruzzo, in Molise e anche in Campania. All’Aquila ha iniziato poi l’avventura in panchina, come secondo di Leo Bitetto prima e poi come allenatore in carica, per due volte a cavallo dell’inizio del decennio. Faccia pulita, una passione per il 4-3-3 e per il calcio propositivo, c’è scommettere la testa (e anche qualcosa di più) che sulla scelta abbia influito il parere di Tonino Ranucci. Già, l’Avvocato, uno dei consiglieri più ascoltati da Camilli, una conoscenza enciclopedica del calcio (e delle persone che lo animano) che a L’Aquila ha lavorato da dirigente proprio con Ianni in panchina.
Un altro aquilano in panchina dopo Guido Attardi, il grande Guiduccio, tecnico della Viterbese per due stagioni: la prima, 1995-96, ritorno in serie C dopo vent’anni, conclusasi con l’epico spareggio per la C1 col Giulianova (brividi), e poi, nel 1997-98, sempre in C2. Indimenticabile, Attardi, scomparso il 5 settembre del 2002 non prima di aver lanciato, per dirne uno, Luca Toni ai tempi della Lodigiani: lo stesso centravanti del Verona ama ricordarlo spesso negli interventi pubblici, a partire da quel giorno di luglio del 2006, quando Toni alzò la Coppa del Mondo a Berlino e non si dimenticò di ringraziare il suo antico maestro. Anche a Viterbo Guido ha lasciato ricordi indelebili: come allenatore, per signorilità, per cura dei rapporti umani quando nel calcio ancora si potevano avere. Una scelta con un risvolto romantico, dunque, ma anche con solidi presupposti tecnici, conoscendo le capacità di Ranucci.
Ecco, la speranza – senza che sia un peso, semmai un obiettivo – è che Ianni sia il nuovo Attardi del pallone gialloblu. Per risultati, per rispetto, per toni e modi. E magari a giugno, alla fine dei playoff, i tifosi gialloblu avranno conquistato due cose: una chance per il ripescaggio in Lega Pro e un personaggio con cui condividere un nuovo viaggio.