Signori, non c’è una lira. E domani, canonico giorno di paga, ci sarà solo da andare ad urlare rabbia e frustrazione sotto la sede della Regione. Per i 153 lavoratori della Talete si materializza lo spettro di quanto era stato paventato nelle scorse settimane con ampiezza di particolari. Non ci sono i soldi (servono 550mila euro) per saldare le spettanze dei dipendenti e non ci sono margini per chiedere ulteriori anticipi agli istituti di credito (il rating bancario della società di gestione idrica integrata della Tuscia è precipitato da B1 a E1: un livello di pochissimo superiore all’insolvenza e quindi al fallimento). E il mutuo da pagare? E i figli da mandare a scuola? E la famiglia da mantenere? Per ora non se ne parla.
Magari qualche novità potrebbe uscire dall’incontro del presidente Bonori con l’assessore Refrigeri, programmato proprio mentre di sotto si raduneranno i lavoratori. Più di qualche dubbio è legittimo, vista la spocchia con cui una settimana fa il governatore del Lazio liquidò la questione: “Gli stipendi? E’ un problema dei sindaci”. Come se 153 persone senza salario non costituiscano un problema anche per l’ente che presiede. “I sindacati conoscono la verità da tempo – sottolinea Bonori -. Altre volte il miracolo sia pure in extremis era riuscito. Stavolta no. Appena avremo le disponibilità, pagheremo ma non so dire quando”. Un assurdo per un’azienda che l’anno scorso ha avuto un giro complessivo di 27,5 milioni di euro. E a proposito dello sciopero di domani, Talete fa sapere che potrebbero verificarsi disagi agli utenti e che gli uffici potrebbe rimanere chiusi al pubblico.
Intanto, parte una massiccia azione per recuperare liquidi dai morosi: in ballo c’è una cifra che si aggira complessivamente sui 12 milioni di euro: 8 per il periodo più recente (dal 2012 ad oggi), 4 per tempi più lontani (2006-2012). E qui Talete nette in campo tutte le risorse (umane e tecnologiche) possibili. Direttamente la società tenterà di mettere le mani sul tesoretto più recente, mentre affiderà tramite gara ad aziende specializzate il compito di provare a recuperare qualcosa dei crediti più lontani, che vengono considerati inesigibili.per la precisione sono 22 i dipendenti, coordinato dal capo del servizio utenza Giuseppe Gasbarri, che si dedicheranno a tempo pieno alla questione.
Proprio in questi giorni sono partite circa 31mila raccomandate nei confronti di altrettanti utenti morosi, sia privati (77%) che enti pubblici e imprese (il restante 23%). Con messaggio chiaro di Bonori: “I furbetti non avranno vita facile. Tutt’altro”. Il percorso è chiaro: prima l’avviso, poi il decreto ingiuntivo e se ancora si continuerà a non onorare i debiti, stop alla fornitura. Con un’attenzione particolare alle situazioni di particolare disagio sociale, verso le quali si agirà di concerto con i comuni e con i servizi sociali. Vita altrettanto dura per coloro che si sono allacciati abusivamente alla rete: mille euro di ammenda e pagamento immediato di quanto consumato per evitare la denuncia penale. “Talete non è cattiva – sottolinea ancora Bonori – ma ha il diritto di chiedere a chi finora non lo ha fatto quanto è dovuto. Non c’è più tempo per tergiversare. Invito tutti gli utenti che riceveranno il sollecito a contattare i nostri uffici per avere chiarimenti. Sappia chi pensa di continuare a non pagare, ritenendo che Talete sia vicina al fallimento, che questo non è vero. E anche ammesso che lo fosse, dovrà comunque risponderne al curatore fallimentare. Sono debiti che vanno onorati: meglio farlo subito, credetemi”. “In base alle proiezioni e alle statistiche – aggiunge il responsabile dell’area finanziaria Luigi Casarin – riteniamo di poter incassare il 35-40% di quegli 8 milioni nel medio periodo, diciamo 6 mesi”. Fatti due rapidi conti, si è sull’ordine di circa 3 milioni di euro.
Un’altra partita, ben più difficile, si gioca sul tavolo dei debiti più lontani nel tempo (4 milioni di euro). “Cederli in blocco – spiega Casarin – significava ricevere non più del 2-3%. E allora abbiamo scelto la strada della concessione”. “Attraverso una gara -chiarisce Alessandro Fraschetti – offriamo ad aziende specializzate nel recupero di crediti difficili il 30% di quanto riusciranno a mettere in tasca. E’ ovvio che le offerte saranno al ribasso, quindi tali società si dovranno accontentare di qualcosa in meno. Il resto arriverà nelle nostre casse”. Qui la faccenda si fa molto più complicata ed è praticamente impossibile fare previsioni di incassi. Intanto, per mettersi al sicuro, Talete ha inserito in bilancio di 2 milioni di euro di credito non esigibili: tutto quello che si ricaverà, sarà guadagno puro. “Intanto – aggiunge Bonori – va detto che anche gli eredi di persone defunte dovranno pagare: questo deve esser chiaro”.
Altre azioni riguardano la possibilità di incrociare i database aziendali con quelli di altre strutture pubbliche e private, come pure si sta pensando che in certi casi la bollettazione non sarà più trimestrale ma bimensile, se non anche mensile. Il motivo è duplice: tenere maggiormente sotto controllo attività definite volatili (aziende commerciali che aprono e chiudono nel giro di pochi mesi) e far pagare meno ma più spesso. Un accenno anche alla dearsenificazione: “Vi pare possibile che nella Tuscia ci siano 87 dearsenificatori? – si chiede il presidente – Non è questa la strada giusta che invece è rappresentata dalla miscelazione con acqua buona. Si risparmiano molti soldi e si ottiene anche un risultato migliore”. “Stiamo mettendo in campo ogni risorsa – conclude Stefano Bonori – per offrire un servizio adeguato e per rimettere in piedi Talete. Mettendoci la faccia e il cuore. Mi auguro che tutti gli altri attori facciano la loro parte”.