Deludente. Complessivamente la giornata del governatore Zingaretti a Viterbo si è risolta in una passerella per l’inaugurazione di Vivalto, il nuovo treno che collega Viterbo con Roma, e poco altro. Nessuna risposta ai problemi della Talete (“La Regione non c’entra nulla”) e questo era prevedibile, ma nemmeno uno straccio di solidarietà formale ai lavoratori, il cui stipendio di febbraio matura esattamente tra una settimana e sulla cui corresponsione continuano a permanere fortissimi dubbi. “Ci pensino i sindaci” taglia corto il Montalbano de’ Noantri. Lasciando nelle mani dei sindaci la patata bollente e mandando in anticipo di traverso il pranzo seguente a Leonardo Michelini che gli siede al fianco. Con l’aggiunta che bisogna aspettare la due diligence, cioè l’analisi dei conti che “identifica il processo investigativo che viene messo in atto per analizzare valore e condizioni di un’azienda, o di un ramo di essa, per la quale vi siano intenzioni di acquisizione o investimento” (Wikipedia viene sempre in soccorso). Insomma, ci vorranno settimane, forse mesi prima di avere un quadro chiaro e definitivo. Solo a quel punto si deciderà che fare e come intervenire. E nel frattempo? Ci pensino i sindaci.
Nessuna risposta sull’ipotesi di ato unico regionale: bisogna attendere che si risolva il contenzioso tra Regione e Stato. Nessun accenno al gestore privato.
La scena più godibile si verifica all’arrivo dell’auto presidenziale davanti la stazione di Porta Fiorentina. Il consistente codazzo di personaggi di varia umanità che aveva atteso l’arrivo del presidente Zingaretti si precipita per salutare il gran capo. E’ una gara a stringergli la mano per primi, quasi che salutare il governatore per tredicesimi o diciottesimi costituisca peccato da catalogare nella categoria di quelli mortali… E quando Zingaretti sale sul Vivalto, tutti dietro arrancando in disordinata fila indiana: chissà che non ci scappi un selfie da mostrare a mogli/mariti, fidanzate/i, amanti e nipotini. E per la serie “si nota più se manco o se sono presente”, all’appello mancano il capogruppo e il vice del Pd a Palazzo dei Priori: Francesco Serra e Aldo Fabbrini.
Il fratello del commissario televisivo (decisamente più simpatico) concede uno scampolo al commissario straordinario del Consorzio biblioteche Pelliccia, promettendogli che la Regione si occuperà della questione attraverso un tavolo apposito. Che è sostanzialmente un atto dovuto poiché con il riordino delle competenze susseguenti al ridimensionamento delle Province, tutto il settore cultura passa alla Pisana che opera su progetti presentati dal comune. Una piccola concessione che mostra quanto meno un briciolo di interessamento. I tempi, meglio non farsi illusioni, non saranno brevi.
Nessuna risposta al presidente della Provincia Marcello Meroi che pure aveva pubblicamente annunciato che non avrebbe partecipato all’inaugurazione in polemica per le mancate risposte sul destino dei 46 precari di Palazzo Gentili. Risposte eventualmente da richiedere all’assessore regionale competente Lucia Valente. Niente da fare: Zingaretti non ha tempo per queste faccende. Meglio pensare all’inaugurazione del treno (quattordicesima della serie, ne seguiranno altre 12…) con l’assessore Civita che conserva gelosamente un pezzetto di ogni nastro tagliato: alla fine ci potrà fare un mezzo lenzuolo…
E poi c’è la parte dedicata al Pd. Colazione al Decò con amministratori, consiglieri, sindaci, tutti chiamati a raccolta dal segretario provinciale Andrea Egidi e tutti obbligati rigorosamente a pagare ognuno per sé. Pranzo offerto solo ad alcuni ospiti. I presenti rilevano un menu piuttosto parco a fronte di un costo non esattamente basso. Già, ci doveva uscire pure il pranzo per gli ospiti…