Voi siete qui, dice Samantha dallo spazio. Qui, un piccolo fazzoletto di terra, il mare laggiù, il verde e i laghi dentro ancestrali crateri di vulcano, e città talmente piccole che neanche si vedono, da quassù. Dai quattrocento chilometri di quota della stazione spaziale internazionale, pure la Tuscia sembra un incanto, terra di fiaba perché dallo spazio i problemi non si vedono, né – per i lombrosiani di turno – si scorgono i volti di chi vive sulla terra. Pure la Cina, per dire, sembra linda e profumata e mica inquinata, e non ci sono confini per capire in Medioriente dove finiscono gli Stati e inizia il Califfato, dove tagliano teste. New York è fatta di luci e il deserto del Sahara è una lunga macchia di cappuccino spalmata sull’Africa.
Samantha Cristoforetti, l’italiana più in alto che ci sia (scusi, presidente Boldrini, scusi Alessia Marcuzzi) ieri ha twittato questa foto, perché anche gli astronauti cinguettano e forse lassù avranno pure il wi-fi gratis. E ha aggiunto, in rima: “Un saluto dallo spazio a Toscana, Umbria e Lazio”. Prontissima la risposta sempre mediante uccellino del presidente della Regione Nicola Zingaretti: “Un saluto dal Lazio, grazie Samantha, orgoglio italiano”. E immaginiamoci il fratello di Montalbano che s’affaccia dal suo attico presidenziale e alza al cielo alla manina: ciao ciao, donna delle stelle. (Poi ci sarebbe da riflettere sul fatto che il governatore è attentissimo alla Tuscia quando si tratta di pubbliche relazioni e meno, molto meno, quando si parla di atti concreti. Ma questo è un altro discorso).
Via, in questa immagine ci siamo noi, l’incrocio tra tre regioni che spesso è un abbraccio e ancora più spesso invidia e competizione e collegamenti difficili per terra e per ferro, ed economie che dovrebbero fare sistema ma che no, non lo fanno. Noi, nel mezzo del corpo affusolato di questa tizia che si chiama Italia, non donna di province ma modella.
Ma ce n’è una ancora meglio, di foto, tra le migliaia che ha sparato la Samantha in questi suoi mesi interstellari, dove evidentemente deve avere sofferto di tremenda solitudine, nonostante si goda 16 albe e 16 tramonti al giorno e la godibile compagnia dei colleghi americani e russi. Questa è scattata di sguincio, mentre la stazione galleggia forse sopra l’Adriatico. Si vede uno dei bracci della navicella, pannelli solari e antenne, e sotto, illuminati dal sole che tramonta ad occidente, i laghi luccicano: Bolsena e Vico, e ancora più sotto Bracciano. Luccica pure il mare nostro, il Tirreno, e sullo sfondo tra le nubi, ecco la fiera Sardegna e la ribelle Corsica. Tutto così vicino che lo puoi quasi toccare, senza starti troppo a preoccupare di cosa ci sia attaccato. Dell’arsenico e della Trasversale, del cinipide e di Talete, della riforma delle Province e di Expo. Così era l’Italia tremila anni fa, così è l’Italia pure oggi, e questa tutto sommato è l’unica cosa che conta.
Grazie Sam, quando torni giù facci un fischio.